Mercoledì 3 Luglio 2024

Napoli: 19 arresti in blitz anti camorra. La guerra dentro il clan Lo Russo e un tesoretto da 8 milioni

Omicidi, stese e un assalto in ospedale all’interno di una faida tra gli Scognamiglio e i Pecorello. Tra le accuse ai fermati usura, riciclaggio e utilizzo di false fatture

Polizia economico-finanziaria di Napoli

Polizia economico-finanziaria di Napoli

Napoli, 26 giugno 2024 – Tre anni di faida tra due fazioni, con omicidi, stese e persino un assalto in ospedale. È il bilancio dello scontro nei territori contesi tra gli Scognamiglio e i Pecorello, entrambi rami del clan Lo Russo. A seguito della maxi-operazione interforze messa in atto questa mattina a Napoli, con la coordinazione della Direzione distrettuale antimafia, sono state arrestate 19 persone coinvolte nei fatti. Analogamente, è stata ricostruita la ‘guerra’ tra le due fazioni.

Le tensioni tra gli Scognamiglio e i Pecorello sono scoppiate il 22 aprile 2021 con l’omicidio di Salvatore Milano, storico esponente del clan Lo Russo. Al delitto si sono aggiunti l’agguato a Salvatore Di Caprio e l’assassinio di Antonio Avolio, entrambi nel giugno seguente. Senza contare l’aggressione a un gruppo di dipendenti dell’ospedale Monaldi di Napoli il 29 marzo 2021, a seguito di “un'irruzione militare” effettuata mediante un dipendente complice e per motivi legati alla compravendita dei posti di lavoro a favore di soggetti vicini al clan.

Non solo omicidi e violenza fisica, ma anche l’estorsione al titolare di un locale nel quartiere Miano dell’agosto 2021, il sequestro dell’arsenale di armi comune alle due fazioni e le varie stese dell’estate successiva. Nessun dubbio sul chi fossero i colpevoli, rintracciati grazie ai bossoli rinvenuti sulle scene dalla polizia scientifica di Napoli.

Tra le accuse a carico dei 19 arrestati, quelle di usura, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed emissione e utilizzo di false fatture, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa del clan Lo Russo. L'attività investigativa ha permesso di identificare – tra coloro fermati oggi – uno dei presunti partecipanti all’omicidio di Salvatore Milano.

Gli investigatori avrebbero scoperto inoltre che un soggetto apicale del clan, benché all’ergastolo dal 2010 per omicidio, abbia continuato ad impartire direttive agli affiliati per continuare a riscuotere i proventi delle attività estorsive. Sempre dal carcere avrebbe gestito tre società e una ditta individuale nel commercio all'ingrosso di pellame, bar, lavanderia e autotrasporto, nonché un circolo ricreativo. Infine, avrebbe agito da usuraio concedendo prestiti a imprenditori in difficoltà.

Il Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e il Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria di Roma hanno eseguito il sequestro di 8 immobili, 12 lotti di terreno, 5 complessi aziendali, 2 autovetture, 1 ciclomotore e 90 rapporti finanziari, con denaro reinvestito per acquistare orologi anche a Dubai. Un tesoro totale pari a 8 milioni di euro