Sabato 6 Luglio 2024

Morta Rosetta Cutolo, ecco chi era l’ultima custode dei segreti del superboss Raffaele (e di molti misteri d’Italia)

Si è spenta a 86 anni nella casa di famiglia nel Napoletano, accudita dalla nipote Denise. Il questore di Napoli ha vietato i funerali, previsti per domani a Ottaviano. Gestiva i conti della Nuova Camorra Organizzata per conto del fratello

Rosetta e Raffaele Cutolo, gli ultimi depositati degli intrighi tra Stato e Camorra

Rosetta e Raffaele Cutolo, gli ultimi depositati degli intrighi tra Stato e Camorra

Napoli, 14 ottobre 2023 – È morta Rosetta Cutolo l’ultima custode dei segreti del fratello Raffaele, il boss della Nuova camorra organizzata, morto nel 2021 al 41bis nel carcere di Parma, che fu tra le figure criminali più potenti e controverse d’Italia. A lui è legato il misterioso arresto di Enzo Tortora, accusato di essere affiliato al suo clan.

All'anagrafe Domenica Rosa, Rosetta Cutolo aveva 86 anni: tranne una breve parentesi in carcere, ha sempre vissuto nella sua Ottaviano, nel Napoletano. Ed è proprio nella sua città natale, che domani mattina si sarebbero dovuto tenere i funerali, vietati dal questore di Napoli a poche ore dall’affissione dell’avviso funebre.

Chi era Rosetta Cutolo

Domenica Rosa Cutolo era nata a Ottaviano il 1 gennaio del 1937 e nella stessa città napoletana è morta questa mattina, assistita dalla nipote Denise. Nella sua lunga vita, oltre alla modesta abitazione della famiglia, ha dimorato anche in un castello, quello mediceo, sempre ad Ottaviano, acquistato dal boss per farne la residenza di famiglia e ora passato nel patrimonio del Comune.

Rosetta Cutolo non si è mai sposata, non ha figli ed è sempre stata considerata la referente del boss Raffaele Cutolo, a cui si rivolgevano anche imprenditori e politici. Negli ultimi 24 anni, ha vissuto in maniera riservata ad Ottaviano, dove è deceduta oggi, portando via con sé mezzo secolo di segreti e intrighi che riguardavano suo fratello.

Il suo ruolo nel clan

Più volte latitante, Rosetta fu la depositaria della cassa del boss e nel 1993 si consegnò alla giustizia per scontare una condanna definitiva a poco meno di dieci anni di carcere, ma ne scontò appena sei. Tornata libera nel 1999, da allora non si è mai spostata dalla sua casa di Ottaviano, dove si è occupata anche di accudire la nipote Denise: l’ultima figlia del fratello Raffaele, nata nel 2007 con un'inseminazione artificiale su speciale autorizzazione del tribunale.

Fu proprio da quel castello che nel 1981 fuggì per sottrarsi ad una misura cautelare in carcere e nel quale – assistita dal 'maggiordomo' Francesco Violento – teneva la contabilità del clan. I libri contabili erano nascosti in una nicchia scavata in una parete e coperta da un quadro: fu trovata poi dagli inquirenti che perquisirono le 50 stanze da cui i fratelli Cutolo governavano il loro feudo.

Il blitz al Castello

Nel 1981, un blitz delle forze dell'ordine interruppe un summit di camorra in corso nel Castello Mediceo di Ottaviano – al quale si disse che partecipasse anche un esponente della Dc – all'epoca residenza di Rosetta Cutolo “donata” dal fratello e intestata ad una società immobiliare. Era lei a gestire gli ordini che arrivavano dal carcere, così come la custode del lungo elenco degli affiliati alla Nco, ai quali garantiva gli stipendi. Ogni affiliato al clan mandava "un fiore" a Rosetta Cutolo, ovvero una quota in denaro che serviva alle casse dell'organizzazione camorristica.

La latitanza e l’arresto

Durante la sua latitanza, era stata aiutata a sfuggire alla cattura da un sacerdote, don Giuseppe Romano, padre confessore della famiglia Cutolo. Tra le fughe più eclatanti c'è quella del 1990, quando Rosetta Cutolo riuscì a lasciare un convento che la ospitava solo poche ore prima dell'arrivo dei carabinieri. Solo tre anni dopo e lunghe trattative nelle quali si impegnarono anche servizi segreti, Rosetta acconsentì a scontare una condanna a quasi 10 anni inflittale dal tribunale di Napoli in via definitiva, passandone però in carcere soltanto sei.

Nel 1999, con le altre detenute del carcere di Sollicciano, recitò anche in Filumena Marturano di Eduardo De Filippo al Teatro della Pergola, interpretando il ruolo della protagonista.

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