Giovedì 26 Settembre 2024

Miracolo di San Gennaro: tutto ciò che c’è da sapere sulla liquefazione del sangue. Tradizioni, sventure e spiegazioni

La Chiesa Cattolica, pur incoraggiando la celebrazione, considera il fenomeno un ‘prodigio’ e non un ‘miracolo': il perché. Gli scienziati si interrogano da decenni sul cosa ci siano nelle ampolle

Miracolo di San Gennaro (LaPresse)

Miracolo di San Gennaro: tutto ciò che c’è da sapere (foto LaPresse)

Napoli, 19 settembre 2024 – E’ almeno dal 1389 che, per diverse volte all’anno, i napoletani puntano gli occhi sulle reliquie del sangue di San Gennaro, la cui liquefazione o meno può portare rispettivamente fortune o disgrazie. La tradizione vuole che il materiale si sia sciolto per la prima volta all’epoca dell’imperatore Costantino, durante il trasferimento delle spoglie del Santo. 

Oggi, la maggior parte del sangue è conservato in due ampolle custodite in una cassaforte all’interno della Cappella del tesoro di San Gennaro. Una delle due è meno piena dell’altra: questo perché, nel Settecento, Carlo di Borbone volle parte della reliquia con sé una volta salito al trono spagnolo. Una terza ampolla si trova invece al Complesso monumentale vincenziano.

L’altro ‘miracolo’

Per molto tempo, il miracolo della liquefazione si riteneva accompagnato dalla contemporanea comparsa di macchie di sangue al di sopra di una lastra di marmo al santuario di San Gennaro alla Solfatara a Pozzuoli, sulla quale si pensava che il Santo fosse stato decapitato. Analisi successive hanno dimostrato invece che si trattava di vernice rossa e cera. 

Cosa succede se non si scioglie

Il mancato scioglimento del sangue della reliquia è interpretato come cattivo presagio per la città di Napoli e per i suoi cittadini. Ad esempio, il miracolo non ebbe luogo nel 1939 e nel 1940, a ridosso della Seconda guerra mondiale. Lo stesso accadde nel 1943, quando vi fu l’occupazione nazista, nel 1973 con l’epidemia di colera e nel 1980 anticipando del terremoto in Irpinia. L’ultima volta in cui non si è sciolto era il 2020, durante la pandemia di Covid-19. 

La posizione della Chiesa Cattolica

Pur incoraggiando la celebrazione dello scioglimento, la Chiesa Cattolica non lo riconosce come un miracolo, bensì come un ‘prodigio’. La differenza è semplice: i miracoli sono considerati come un qualcosa di sovrannaturale, e pertanto realizzabile solo da Dio, mentre i prodigi sono ritenuti sì straordinari, ma con potenziali spiegazioni naturali. Proprio per questa ragione, la Chiesa non si è mai opposta alle letture scientifiche riguardo al fenomeno della liquefazione del sangue di San Gennaro.

Cosa dice la scienza

Non c’è spiegazione univoca riguardo al prodigio di San Gennaro, specialmente perché il contenuto delle ampolle non è mai stato analizzato. L’analisi più affidabile svolta finora è una di tipo spettrometrico, ovvero basata sull’indagine della luce: secondo i risultati, all’interno delle urne ci sarebbe effettivamente dell’emoglobina umana, una delle proteine presenti nel sangue umano. Tuttavia, in molti hanno criticato tali test: i risultati, mai sottoposti a peer review, sarebbero interpretabili in più modi.

Una teoria vuole che la sostanza all’interno delle urne sia tissotropica, ovvero in grado di solidificarsi per poi tornare liquido una volta smossa: un esempio è il ketchup. Effettivamente, durante la cerimonia, l’arcivescovo di Napoli è solito compiere dei movimenti circolari con la teca che contiene le ampolle. Un gruppo di ricercatori è riuscito a ‘formare’ una sostanza tissotropica con materiali disponibili già alla fine del Trecento, epoca alla quale risalgono le ampolle.