Martedì 12 Novembre 2024

Napoli, medico di famiglia aggredito salvato da altri pazienti

“Ho chiamato le forze dell’ordine ma non sono intervenute – denuncia Salvatore Caiazza che è anche sindacalista Fimmg all’Asl2 –. Qui i malati sfogano la frustrazione per i disservizi della sanità”. In questo caso madre e figlio non volevano aspettare il loro turno per il ritiro di un certificato

Medici aggrediti non solo in ospedale ma anche in ambulatorio

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Napoli, 30 maggio 2023 - Insulti al personale di studio colpevole di aver chiesto di attendere il proprio turno, spintoni e poi minacce di botte, o anche di peggio, al medico di famiglia, 'salvato' dagli altri pazienti che hanno fermato l'aggressore "mentre le Forze dell'Ordine, che ho allertato, non sono intervenute". É il racconto all'Adnkronos Salute di quanto accaduto ieri, nell'ambulatorio di medicina generale a Quarto (Napoli), a Salvatore Caiazza, dottore di famiglia e sindacalista della Fimmg Asl 2.

Colleghi non denunciano

"Non è la prima volta che accade. E sono moltissimi i casi in cui i colleghi non denunciano, soprattutto per paura. Quando ti dicono 'so dove trovarti', 'conosco la tua famiglia', è comprensibile lo spavento", aggiunge Caiazza. I medici di famiglia sembrerebbero meno esposti alle aggressioni "per il rapporto di fiducia e conoscenza con i propri assistiti. Non a caso, in questo episodio, sono stati proprio gli altri pazienti a difendermi. Ma è anche vero che negli ultimi anni abbiamo avuto esperienza di pazienti che hanno preso i nostri studi per piazze o stadi dove sfogare la frustrazione per i disservizi della sanità. I nostri ambulatori sono aperti a tutti, senza pagare nulla, sono quindi il luogo più facile a cui accedere non solo per chi cerca risposte di salute, ma anche per queste persone pericolose".

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Urla in sala d’aspetto

E anche all'origine dell'episodio di ieri c'è la richiesta di una certificazione. "Stavo visitando un paziente e ho iniziato a sentire urla dalla sala d'aspetto. Sono accorso e ho trovato un uomo che minacciava le mie collaboratrici poiché gli avevano detto di aspettare per il ritiro di una certificazione medico-legale che avevo preparato per la madre, la quale inveiva anch'essa contro le segretarie. Nel difendere le mie dipendenti, ho subito minacce in un crescendo, arrivando quasi alle mani addosso". La stessa paziente, "lunedì della settimana scorsa, aveva già creato problemi in sala d'aspetto, sempre perché non voleva aspettare regolarmente il suo turno e si era fatta spalleggiare da un altro familiare che la accompagnava, ma si era trattato di un episodio senza conseguenze".

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