Napoli, 18 dicembre 2024 – Sgominata una rete di abbonamenti a una Iptv illegale che trasmetteva palinsesti, serie tv e altri contenuti di intrattenimento sul web e sui social network: copriva una quota del 40% dello streaming illegale in Italia. L’operazione è stata condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Napoli, in collaborazione con il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche di Roma. A capo delle indagini c’è stato il procuratore aggiunto Alessandro Milita, della terza sezione Criminalità economica della procura di Napoli.
Il ‘pirata’ promotore dell'associazione a delinquere, aveva messo in piedi anche una chat sulla quale commercializzava, sempre a pagamento, video e foto pedopornografici. Nell’abitazione del ‘pirata’ sono stati trovati circa 1600 contenuti del genere destinati alla commercializzazione su Whatsapp. Grazie alle attività illecite – durate quattro anni con migliaia di abbonamenti di 10 euro al mese o 80 annuali – è riuscito a incassare oltre 850 mila euro.
È stato dunque arrestato con misura cautelare in carcere mentre è stato disposto l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per i suoi due complici. Individuati inoltre 6 mila utenti privati soliti pagare i servizi piratati su conti italiani ed esteri, ai quali sono state comminate sanzioni tra i 150 e i 5 mila euro. Duemila di loro pagavano invece in criptovaluta, confluita su 64 wallet digitali ora bloccati.
Sono stati identificati 46 siti web: 19 inibiti nel corso delle indagini, altri 27 oggi tra cui anche il ‘sito madre’, cioé il link che, mediante un complesso sistema di re-indirizzamento, portava gli utenti a un nuovo indirizzo web quando la pagina originale non era più esistente in rete. I finanzieri hanno sequestrato una sala server abusiva e moderni apparati informatici in grado di generare valute virtuali insieme con sostanza stupefacente derivata dalla cannabis che il principale indagato produceva in una serra indoor allestita nella centrale della Iptv.