Napoli, 19 novembre 2024 – L’edificio di Ercolano che ospitava la fabbrica di fuochi d’artificio abusiva, andata in frantumi ieri, apparteneva legalmente a una tredicenne: il proprietario reale era però il padre di 38 anni, denunciato per omicidio colposo plurimo aggravato, disastro colposo e per detenzione illecita di materiale esplodente.
E non si esclude che, appena verrà conferito l’incarico per le autopsie delle vittime, possa essere iscritto ufficialmente nel registro degli indagati. La tragedia è costata la vita a Samuel, un papà diciottenne, e a due gemelle di 26 anni, Sara e Aurora. I corpi di queste ultime sono stati recuperati nel corso della giornata di oggi, e si trovano ora al secondo policlinico di Napoli, insieme alla salma dell’altra vittima.
Le operazioni di sopralluogo, bonifica e messa in sicurezza dell'area, a cui hanno preso parte personale del nucleo artificieri del comando provinciale dei carabinieri di Napoli, dei militari della sezione rilievi del gruppo di Torre Annunziata e i Vigili del fuoco di Napoli-Ponticelli, si sono concluse verso le 15.30. I pompieri dovranno però effettuare un secondo sopralluogo nelle abitazioni che si trovano ai civici 94/C e 106 di contrada Patacca, evacuate per il pericolo di nuove deflagrazioni: solo dopo di esso i residenti potranno rientrare nelle loro case.
Secondo quanto si apprende, nella fabbrica si stavano producendo i candelotti ‘Kobra’, notoriamente potenti. Una produzione che andava avanti spedita per intercettare la domanda delle feste di fine anno.