Napoli, 14 ottobre 2021 - Gli effetti nell’aria del maxi incendio scoppiato ieri pomeriggio allo stabilimento di Airola, nel Sannio, si misurano anche a Napoli dove sono stati registrati picchi di concentrazioni di Pm10 in alcune delle centraline della città. Lo rende noto Arpac, l'agenzia di protezione ambientale, sottolineando al contempo che "i temporanei aumenti della concentrazione oraria del particolato descritti sopra si registrano anche, e non di rado, in altre situazioni in assenza di incendi, per cui il legame tra questi temporanei aumenti e l'incendio di Airola, ancorché possibile, non è comunque certo". In particolare nella stazione del Museo nazionale di Napoli le concentrazioni di pm10 hanno raggiungo il maggior valore orario pari a 114,8 microgrammi per metro cubo. Picchi meno elevati ma comunque significativi sono stati rilevati nelle stazioni di Pomigliano d'Arco (35,5 microgrammi per metro cubo) e di Napoli Ferrovia (60,8). In tutti questi casi la situazione è rientrata rapidamente e le concentrazioni medie giornaliere di particolato di ieri sono rispettivamente 22,6, 16,2 e 20,3, quindi al di sotto del limite di 50 microgrammi per metro cubo che la norma stabilisce non debba essere superato più di 35 volte nel corso di un anno. Ieri sera è intanto entrato in funzione il campionatore ad alti volumi di aria che i tecnici del Dipartimento Arpac di Benevento hanno posizionato nei pressi del sito colpito dall'incendio. I dati del monitoraggio delle diossine disperse in atmosfera, fa sapere Arpac, verranno diffusi non appena disponibili.
In mattinata la riunione in Prefettura a Benevento
L’incontro in Prefettura è servito per fare il punto sulle operazioni di spegnimento dell'incendio, vi hanno partecipato il prefetto Carlo Torlontano, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Raffaella Pizzimenti, la direttrice del Dipartimento Provinciale dell'Arpac Elina Barricella, il sindaco di Airola Vincenzo Falzarano e il capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. “Al momento, tenuto conto delle particolari condizioni meteoclimatiche, della forte ventilazione nel corso dell'evento e della conseguente diluizione dei contaminanti - si legge in una nota diffusa al termine dell'incontro - è ragionevole ipotizzare livelli di inquinamento non eccessivamente preoccupanti. I risultati acquisiti dalla rete fissa regionale di controllo della qualità dell'aria rivelano valori di pmi non superiori ai limiti di legge. Nondimeno, una più puntuale analisi nell'area interessata dall'incendio potrà aversi nelle prossime 24 ore, sulla base degli esiti dei rilievi dei campionatori mobili passivi a simmetria radiale, per la rilevazione di composti organici volatili e di quelli ad alto flusso, per la rilevazione di diossine e furani, che Arpac ha già provveduto ad installare in loco". A scopo precauzionale, nel corso dell'incontro, è stato suggerito ai sindaci dei Comuni vicini di adottare "ogni utile iniziativa per limitare la circolazione delle persone".
In via di spegnimento gli ultimi focolai, danni ingenti
L'incendio è in gran parte spento. Nello stabilimento Sapa di via Sorlati, nel nucleo industriale di Airola, sono ancora attivi solo pochi focolai. I vigili del fuoco, arrivati da tutta la Campania, hanno lavorato per tutta la notte per domare le fiamme e ora utilizzano un robot per raggiungere i punti più critici, dove le temperature sono ancora molto elevate e c'è il rischio di crolli. Nel corso delle attività di spegnimento, un vigile del fuoco è rimasto intossicato, ma le sue condizioni non destano preoccupazione. Il grande capannone che veniva utilizzato soprattutto come area di stoccaggio e smistamento di materiali plastici è ormai uno scheletro diroccato, con grosse parti del solaio crollate. Le temperature molto elevate raggiunte in ore e ore di combustione hanno piegato il ferro e sbriciolato il cemento. Una volta messa in sicurezza la struttura bisognerà valutare i danni, che già adesso appaiono molto ingenti.
L’allarme dell’ordine dei biologi: “Grave pericolo per gli abitanti”
"L'incendio che ha devastato il deposito di materiale plastico della Sapa ad Airola (Benevento), oltre che un dramma per gli imprenditori e le maestranze di quell'azienda, rappresenta un grave pericolo per la popolazione". Così Vincenzo D'Anna, presidente dell'ordine nazionale dei Biologi, in una lettera-appello indirizzata ai sindaci e ai cittadini dei Comuni della Valle Caudina ricadenti in un territorio compreso entro i 10 chilometri dal luogo dell'incidente. "La nube che si è sviluppata e successivamente estesa dal sito dell'incendio, è altamente tossica nell'immediato e particolarmente nociva nel tempo, spiega D'Anna, che invita i primi cittadini dell'area a "coordinarsi". Si chiede di adottare alcune misure: "chiudete le scuole, lavate con acqua e solventi le strade e le piazze. Monitorate, per i prossimi sei mesi, le derrate alimentari presso i mercati, chiedete l'intervento dei ministeri della Salute e dell'Ambiente, avvisate la popolazione. La nube, infatti, rilascerà verosimilmente materiale di ricaduta sui terreni e sulle colture agricole circostanti - prosegue il presidente dell'ordine -, contaminando gli allevamenti animali e quelli da pascolo. Milioni di micro particelle di plastica, diossine, polveri sottili, prodotti di degradazione chimica e metalli pesanti. Sostanze che vanno assolutamente ricercate ed identificate da equipe di esperti e che, se assunte, per via alimentare (acqua, suolo e aerosol), possono risultare cancerogene nel medio e lungo termine, modificando epigeneticamente l'espressione dei geni e del metabolismo cellulare". "Per quanto mi riguarda - prosegue D'Anna - metterò a disposizione delle pubbliche amministrazioni task force di biologi esperti nel ramo per ogni utile consiglio e suggerimento, comunicando ufficialmente i recapiti dell'ordine dei Biologi"