Napoli, 20 settembre 2024 – Apre i battenti il G7 Cultura, che tra oggi e domani farà riunire i ministri della Cultura di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Una prima prova importante per il neo ministro Alessandro Giuli, padrone di casa entrato in carica da appena due settimane a seguito delle dimissioni di Gennaro Sangiuliano.
Ed è proprio lo scandalo che ruota attorno a Maria Rosaria Boccia che ha rischiato di avere un impatto importante sul summit. Non solo l’influencer parla di una presunta nomina come consigliera per i grandi eventi del Ministero – G7 compreso – ma non si esclude anche che possa essere entrata in contatto con dei documenti riservati sulla tappa di Pompei. Per giorni si era parlato di una potenziale cancellazione di quest’ultimo appuntamento.
“La cultura sia un pilastro centrale della convivenza civile, un formidabile strumento di comprensione reciproca – ha esordito Giuli al Palazzo Reale di Napoli – Le imprese culturali, gli artisti e gli operatori della cultura ci chiedono azioni concrete. Credo sia necessario concordare un approccio condiviso per trovare delle soluzioni efficaci e di lungo respiro”. “La democrazia, lo stato di diritto, il rispetto della libertà di espressione e del pluralismo" sono le domande "più urgenti che si trovano ad affrontare le nostre istituzioni culturali per trovare insieme delle risposte condivise, partendo dai valori e dai principi che ci uniscono”, ha proseguito il ministro.
Tra i temi all’ordine del giorno l’intelligenza artificiale e i cambiamenti climatici, proprio nel giorno seguente all’ennesima disastrosa alluvione in Romagna. Questi ultimi, per Giuli sono una vera e propria “minaccia ai beni culturali che sta assumendo sempre più i caratteri di una reale emergenza: il cambiamento climatico e i disastri naturali, che espongono il patrimonio culturale al rischio di degradamento o distruzione”.
Nel discorso inaugurale, Giuli ha espresso apprezzamento per la risorsa che rappresenta l’intelligenza artificiale: “Stiamo vivendo una trasformazione storica: le applicazioni dell'intelligenza artificiale aprono nuovi orizzonti e producono benefici indiscutibili per il sistema culturale – ha spiegato – Grazie a loro, è infinitamente più agevole decifrare il contenuto di testi antichi. O svolgere ricerche investigative su opere d'arte rubate e commercializzate online”. Ma non mancano i dubbi: “L'utilizzo senza regole dell'intelligenza artificiale pone seri interrogativi di natura etica e produce impatti devastanti sul piano economico e sociale”. Per questa ragione, i leader del G7 dovrebbero trovare “convergenze sugli strumenti e le modalità più opportune per governare gli effetti dell'intelligenza artificiale sulle industrie culturali e creative”.
Ma ad aggiungersi ai sette rappresentanti del summit, c’è anche il ministro della Cultura ucraino Mikola Tochytskyi, un invito fortemente voluto dall’organizzazione italiana e non solo. “Il G7 è stato volutamente aperto dal ministro della cultura ucraina affinché fosse chiaro a tutti che l'ordine del giorno di questo G7 riguarda sì la cultura ma si parte dai fondamentali – ha illustrato Giuli – Le democrazie liberali di tutto il mondo sono compatte e unite per la tutela dei beni culturali di un Paese aggredito che fa parte della nostra cultura europea e mondiale”.