Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Chi è Franco Alfieri, il sindaco delle “fritture” accusato di corruzione per appalti stradali

Il 59enne, presidente della provincia di Salerno e primo cittadino di Capaccio, è il politico salernitano più ‘longevo’ del Pd. Era diventato un caso nazionale per una battuta di De Luca che portò a un’inchiesta (archiviata) sulla presunta istigazione sul voto di scambio

Il presidente di Salerno Franco Alfieri e il governatore campano Vincenzo De Luca

Il presidente di Salerno Franco Alfieri (a sinistra) e il governatore campano Vincenzo De Luca

Salerno, 3 ottobre 2024 - È tra i fedelissimi del governatore De Luca il 59enne Franco Alfieri, il presidente della provincia di Salerno arrestato oggi per corruzione. Avvocato e politico di lungo corso, è uno degli esponenti salernitani più ‘longevi’ in quota Pd, eletto sindaco in tre diverse città del Salernitano. Stamattina è finito in carcere nell’ambito di un’inchiesta che ha coinvolto altre cinque persone, tra cui la sorella, per presunti appalti truccati per il rifacimento delle strade a Battipaglia.

Rieletto solo pochi mesi fa, al secondo mandato, sindaco di Capaccio-Paestum, Alfieri ha una lunga carriera politica che lo ha portato ad indossare la fascia tricolore altre volte: è stato a capo della giunta, come primo cittadino, in altri due comuni del Salernitano, Torchiara e Agropoli.

Ma, curriculum a parte, la sua notorietà a livello nazionale è legata a una battuta dello stesso Vincenzo De Luca, registrata otto anni fa nelmcorso di un incontro politico e poi diffusa dal Fatto Quotidiano, sulle famose “fritture” da offrire in cambio di voti.

Rieletto con una coalizione civica

Nel giugno scorso, Alfieri è stato rieletto per il secondo mandato alla guida del Comune di Capaccio-Paestum, presentandosi alla guida di una coalizione civica di centrosinistra e ottenendo al primo turno l'87,3% dei consensi. I due avversari sono rimasti al palo: Emanuele Sica è stato votato solo dal 7,5% dei votanti e Carmine Caramante si è fermato al 5,2%. 

La vicenda delle “fritture”

Il 15 novembre 2016, durante la campagna referendaria sulla riforma costituzionale voluta dall'allora premier Matteo Renzi, De Luca era in primissima linea per il sì e tenne un incontro con alcune centinaia di amministratori locali in un hotel di Napoli, per raccomandare loro l'impegno a favore della conferma della riforma. In quella occasione, il governatore campano elogiò la capacità di Alfieri di raccogliere consensi sul territorio, usando il termine "clientele".

“Ecco, l'impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare il sì. Franco, vedi tu come devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”, aveva detto ai tempi De Luca.

De Luca: “Vecchio marpione clientelare”

Inevitabile lo scalpore suscitato dalla frase, che portò all'apertura di una inchiesta per istigazione al voto di scambio, poi archiviata. Il tutto, un anno dopo fu così commentato dallo stesso governatore: "L'anno scorso feci una battutaccia che ha riempito le pagine dei giornali. Non c'era entusiasmo quella sera nella campagna referendaria e vidi seduto in prima fila il mio amico sindaco di Agropoli: tra amici ci sfottevamo, gli dissi ‘vecchio marpione clientelare portali al ristorante, offri una frittura’. Scatta l'indagine per voto di scambio, questo è un Paese in cui dobbiamo riaprire i manicomi".