Lunedì 5 Agosto 2024

Tentate estorsioni milionarie nel Napoletano: 2 arresti. Torna l’ombra del clan Fontanella

Una delle vittime è un importante imprenditore, consigliere comunale e suocero della sindaca di Sant’Antonio Abate: “Doveva essere ucciso giorni fa”. Disposta la custodia cautelare per l’ex pentito Gioacchino Fontanella e per la guardia giurata Nicola Mendola

Coltellate all’amico, resta in carcere

Carabiniere (foto generica)

Napoli, 30 luglio 2024 – La richiesta di un pizzo ‘milionario’ a diversi imprenditori del Napoletano: un tentativo di estorsione vertiginoso che ha portato all’arresto di due persone da parte dei carabinieri di Torre Annunziata. Questo, al termine di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea. Decisive le denunce delle vittime.

Nel mirino Gioacchino Fontanella, 56 anni e con un passato da killer nella camorra prima e collaboratore di giustizia poi, e Nicola Mendola, guardia giurata di 52 anni. Il primo ha tentato di riappropriarsi del clan che porta il suo cognome azzardando un’estorsione a un importante imprenditore della zona, parte del consiglio comunale di Sant’Antonio Abate e suocero della sindaca.  

I fatti

Le minacce e le richieste del racket sarebbero avvenute a inizio luglio, con diverse ‘visite’ in due giorni: prima in un bar, poi direttamente nella sede dell'azienda. L’imprenditore – che ha difficoltà nel camminare – è stato approcciato per la prima volta mentre stava attendendo in macchina sua moglie, che stava prendendo un caffè al bar. Sono seguiti altri contatti, con la vittima che ha sempre cercato di eluderli. Gli approcci non avrebbero risparmiato neanche suo figlio: “Per apparare (mettere a posto, ndr) questa questione ci vuole un milione di euro – la minaccia degli estorsiori – già un paio di giorni fa tuo padre doveva essere ucciso, ma siamo riusciti ad apparare la questione”.

La sindaca: “La mia famiglia ha avuto la meglio sulla camorra”

“Ringrazio l'Arma dei carabinieri e la magistratura a nome di tutti i cittadini di Sant'Antonio Abate e di tutti gli imprenditori abatesi, che ogni giorno lavorano per migliorare la nostra comunità con sacrifici e impegno, nel rispetto di valori importanti come la Legalità”, il commento della sindaca Ilaria Abagnale. “Ancora una volta, il coraggio di chi vive nella Legalità ha avuto la meglio sulle pressanti richieste della camorra – ha proseguito – e ancora una volta, la mia famiglia è stata in prima linea, con l'arma più potente che gli imprenditori e le persone oneste hanno: la denuncia”. La prima cittadina ha esortato gli altri potenziali imprenditori vittima di tentativi di estorsione di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Le accuse

La custodia cautelare è stata disposta in quanto Fontanella e Mendola sono fortemente indiziati dei reati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico. Ad arrestare i due sono stati i carabinieri del gruppo di Torre Annunziata. Fontanella si trovava in Sardegna, dove risiede. 

Gli indagati, “mediante reiterate minacce, avrebbero richiesto ad imprenditori della zona la somma di un milione di euro per consentire loro di proseguire nella propria attività commerciale", fanno sapere le autorità.

Il clan Fontanella

Ad aver ‘rifondato' il clan – disciolto nei primi Duemila per via di una serie di arresti – è stato il cugino di Gioacchino, Catello Fontanella, dopo la scarcerazione del 2018. Recentemente è stato nuovamente condannato in primo grado a 10 anni per estorsione.