Napoli, 15 febbraio 2022 – Nuova impennata di casi, risale l’incidenza del Covid in Campania. Il tasso sale al 13,15%, dopo una stasi di un paio di giorni e un’incidenza che ieri era al 12,31%. "Ormai stiamo uscendo dal Covid, ci stiamo avviando verso la vita normale”, sottolinea il governatore Vincenzo De Luca,che mette però in guardia i campani: “Abbiamo il Covid alle spalle a una condizione: che facciamo le persone serie e responsabili. Noi in Campania fino a fine febbraio manterremo l'obbligo dell'uso della mascherina all'esterno. Un po' di sacrificio e, nell'arco di un mese, saremo fuori".
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Sono 7.614 i nuovi positivi al Covid sul territorio campano, su 57.868 test analizzati in tutte le province. Resta alto il bilancio delle vittime: sono 26 quelle dichiarate dal bollettino regionale, di cui 19 decedute nelle ultime 48 ore e altre sette decessi risalenti ai giorni scorsi. Sono 168.180 i campani attualmente positivi a cui è stato notificato dall’Asl un provvedimento di isolamento, un migliaio in meno rispetto a ieri. In netto miglioramento la situazione ricoveri: i posti letto occupati nelle terapie intensive scendono a 65 (-8), quelli in degenza a 1.155 (-58). Ecco qual è la situazione in Italia. Prima regione per numero di contagi oggi è la Lombardia (7.753), seguita da Campania (7.614) e Lazio (7.407).
Cosa succede nelle province
Il maggior numero dei contagi continuano ad essere nell’area della Città metropolitana di Napoli, la più popolosa di tutta la Campania, con 3.824 nuovi positivi che portano a oltre 673mila – il numero esatto è 673.548 – il totale dei casi che si sono verificati negli ultimi due anni. Crollo dei casi a Salerno, che passa dai 563 casi di ieri ai 1.670 di oggi. Il conteggio totale dei positivi riscontrati finora in tutta la provincia sale a 189.388 unità.
A Caserta, dall’analisi dei tamponi di ieri, sono emersi 1.307 positivi. Il bilancio complessivo dei contagiati dal virus è di 169.899 persone, dal febbraio 2020 ad oggi. Subito dopo, nella lista dei contagi registrati oggi per provincia, compare Avellino con 448 nuovi contagi e un conto complessivo dei malati e dei guariti di 55.053 residenti contagiati in due anni. Benevento ha invece registrato solo 311 nuovi positivi, per un totale di 36.350 casi in tutto.
Mascherine, prosegue l'obbligo in Campania
Sull'uso delle mascherine all'aperto, secondo il governatore Vincenzo De Luca, "il messaggio che è stato dato all'Italia è un messaggio sbagliato, irresponsabile”. Mentre nel resto del Paese l'obbligo all’aperto è scaduto l’11 febbraio, tranne che in caso di assembramenti, in Campania l’obbligo vige ancora. “Sembra che ormai la mascherina non si debba portare – continua De Luca – invece si deve portare all'esterno perché ci sono almeno due momenti nei quali si determinano pericoli: all'entrata e all'uscita dalle scuole, quando abbiamo centinaia di ragazzi uno sull'altro, e la notte del venerdì, del sabato e della domenica durante la movida. Il motivo per cui è bene essere prudenti è questo – conclude De Luca – perché abbiamo realtà nelle quali diventa difficile dire 'porta la mascherina in tasca, poi te la metti, poi te la togli'. Sono stupidaggini. Un po' di sacrificio e, nell'arco di un mese, saremo fuori".
Medici sul piede di guerra
L’1 e il 2 marzo, sciopero dei medici del territorio indetto dal Sindacato medici italiani (Smi) e dal Sindacato italiano medici del territorio (Simet). La protesta riguarda i professionisti convenzionati con il Sistema sanitario nazionale e prevede la chiusura degli ambulatori per le due giornate e una manifestazione a Roma – il 2 marzo, dalle 9 alle 13 – al ministero della Salute. "Il malessere della categoria è palpabile: carichi di lavoro insostenibili, mancanza di tutele, burocrazia aberrante e non ultimo il mancato indennizzo alle famiglie dei colleghi deceduti per Covid. Uno schiaffo, da parte dello Stato, soprattutto agli orfani di quei medici", scrivono in una nota le due sigle sindacali. "Scioperiamo – continuano – perché rivendichiamo, come tutti gli altri lavoratori, tutele concrete quali ferie, maternità, malattia. Reclamiamo tutele certe in materie di sostegno ad handicap e sostituzioni per poter fruire del meritato riposo, nonché politiche serie sulle pari opportunità. In questa pandemia, che ha travolto il mondo, sono le donne medico che hanno pagato il prezzo più alto. Il diritto al lavoro si deve coniugare al diritto alla vita familiare e personale. Vogliamo riappropriarci del nostro ruolo e della nostra dignità professionale per poter curare al meglio i pazienti che a noi si sono affidati. In questo senso, siamo impegnati a garantire a tutti i cittadini parità di accesso e immediate risposte in rapporto ad uguali bisogni di salute". E l’appello: “Chiediamo ai cittadini di essere al nostro fianco", concludono i sindacati.