Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Cold case, ucciso e sciolto nell'acido nel 2013 dai compari del clan

Si tratta di un caso di lupara bianca. Salvatore Totoriello, detto Tototiello, ritenuto colpevole di avere una relazione sentimentale con la moglie di un affiliato detenuto, venne freddato a colpi di pistola e il suo corpo fatto sparire da camorristi ‘specializzati’

Carabinieri del Ros

Carabinieri del Ros

Napoli, 17 maggio - Ucciso e sciolto nell'acido perché aveva allacciato una relazione sentimentale con la moglie di un affiliato detenuto: è stato questo il movente dell'omicidio di Salvatore Totoriello, soprannominato 'Tototiello', scomparso (il corpo non è stato mai ritrovato) il 27 settembre 2013, un cold case risolto dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Napoli.

A decidere la sua morte fu il suo stesso clan, in particolare tre persone ritenute di vertice del clan Licciardi a cui adesso i militari dell'Arma e la Direzione distrettuale antimafia contestano i reati di associazione mafiosa, estorsione, omicidio, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, aggravati in quanto commessi per agevolare il clan Licciardi e l'Alleanza di Secondigliano.

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Tecniche di lupara bianca

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Esposito fu vittima di una "punizione d'onore": venne attirato in una zona boschiva e impervia di Napoli, nel quartiere Chiaiano, dove ci sono diverse cave di tufo abbandonate, ucciso a colpi d'arma da fuoco e il suo cadavere sciolto nell'acido da alcuni affiliati al clan Polverino-Simioli, costola del clan Nuvoletta, che usarono tecniche di 'lupara bianca' apprese dalla mafia palermitana.

Si tratta - è stato appurato grazie a intercettazioni, pedinamenti e pentiti - delle stesse pratiche di occultamento dei cadaveri per scioglimento nell'acido utilizzate da Cosa nostra nel 1984 per far sparire per conto del boss Lorenzo Nuvoletta i cadaveri di Vittorio e Luigi Vastarella, Gennaro Salvi, Gaetano Di Costanzo e Antonio Mauriello. Per gli omicidi di quelle cinque persone, avvenuti a Marano di Napoli il 19 settembre 1984 nell'ambito della guerra di camorra tra le famiglie malavitose Gionta-Nuvoletta e Alfieri-Bardellino, è stato condannato in via definitiva nella veste di mandante il superboss Salvatore Riina. 

Stamattina gli arresti

Questa mattina, i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale e del Comando provinciale di Napoli, hanno eseguito gli arresti nei confronti di 3 soggetti gravemente indiziati di associazione mafiosa, estorsione, omicidio e detenzione e porto d'arma da fuoco in concorso, reati aggravati dalla finalità di agevolare il clan Licciardi e l'Alleanza di Secondigliano. L'indagine, sviluppata tra il gennaio del 2022 e febbraio del 2023, spiega una nota dell'Arma, "ha permesso di documentare, attraverso l'approfondimento di pregresse investigazioni, intercettazioni e pedinamenti, che consolidavano le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, l'operatività del clan Licciardi nel 2013 e il coinvolgimento degli indagati, nell'esecuzione dell'omicidio del sodale Salvatore Esposito detto 'Totoriello'".