Castellammare di Stabia (Napoli), 4 gennaio 2024 – C’è tanta gente in sala d’attesa al pronto soccorso, l’infermiera chiede ai parenti di un paziente assistito nella sala dei codici gialli-rossi ad allontanarsi e spostarsi per consentire ai medici di lavorare e, in risposta, viene aggredita. Strattonata, trascinata per i capelli, sbattuta a terra e, infine, colpita con un violento pugno al viso.
L’aggressione
L’ennesima aggressione a un’infermiera è avvenuta la scorsa sera, verso le 20.30, all'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. L’aggressore è poi fuggito mentre l’infermiera ha riportato la frattura dell'incisivo superiore destro mediale, l'infrazione delle ossa nasali, una ferita lacero contusa al labbro superiore, suturata con un punto riassorbibile, una vistosa tumefazione al lato destro del volto, una lombalgia post traumatica e un severo stato di agitazione psicomotoria. La prognosi è di 25 giorni salvo complicazioni.
Le indagini
Dopo l’aggressione è stata avviata un’indagine sull’accaduto dai poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia, che hanno acquisito i filmati del sistema di videosorveglianza interno all'ospedale e, in attesa della denuncia, procedono d'ufficio all'identificazione dell'aggressore, coordinati nelle indagini dalla Procura di Torre Annunziata. Altre due aggressioni al personale sanitario erano avvenute - secondo quanto riporta l'associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” attiva per la sicurezza del personale sanitario - ad un equipaggio del 118 a Casoria e al personale del pronto soccorso dell'ospedale San Paolo di Napoli.
“Basta violenze, bisogna attivare presidi di sicurezza”
"Siamo stanchi delle violenze - dice il direttore generale dell'Asl Napoli 3 Sud, Giuseppe Russo - chiediamo l'immediata attivazione del drappello di polizia all'interno del presidio. Arrivati a questo punto la militarizzazione degli ospedali è l'unica strada percorribile. Ogni giorno gli operatori sanitari raggiungo il posto di lavoro per curare e non certo per rischiare la vita. Naturalmente, nel percorso giudiziario che seguirà questo atto di violenza, come azienda ci costituiremo parte civile”.
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