Lunedì 14 Ottobre 2024

Blitz sul clan dei Casalesi a Caserta: 14 arresti

Il capo del gruppo era appena uscito di prigione dopo 24 anni: stava già tentando di ricostruire una rete

Un momento dell'operazione dei carabinieri di Santa Maria Capua Vetere (Ansa)

Carabinieri a lavoro (foto di repertorio, Ansa)

Napoli, 14 ottobre 2024 – Un altro colpo contro il clan dei Casalesi, uno dei più potenti gruppi camorristici in Italia: un blitz del Nucleo investigativo della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha portato all’arresto di 14 persone nel Casertano, ritenute responsabili di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, incendio, detenzione di armi e ricettazione.

Tra di loro Antonio Mezzero, 62enne a capo del gruppo, che era uscito di prigione da due anni, dopo una pena di 24 anni per vari crimini tra cui omicidio, e che stava già tentando di ricostruire una frangia del clan. Dei 14 finiti in manette, 9 si trovano in carcere e 5 agli arresti domiciliari.

L’inchiesta era partita nel settembre del 2022, due mesi dopo la scarcerazione di Mazzero: l’uomo avrebbe dovuto scontare 55 anni, ma per la legge del ‘criterio moderatore’, non è in ogni caso possibile scontare più di 30 anni. L’indagine ha permesso – anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali – di documentare come Mezzero avesse riorganizzato affiliati di diverso spessore della fazione Schiavone e di quella Zagaria dei Casalesi in diversi territori della Campania. 

Mezzero dunque – prima in libertà vigilata e poi sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno – ha dato nuovo impulso alle estorsioni ai danni di imprenditori grazie all’aiuto di persone di fiducia. Ad esempio, è stato mandante di una tentata estorsione a una giovane coppia per risolvere una controversia abitativa: i due avevano rifiutato di liberare l'appartamento in cui erano in affitto; per 'convincerli’, il clan era arrivato a dare fuoco alla loro vettura.

Il gruppo criminale di Mazzeo – oltretutto armato – ha tentato anche di accaparrarsi la gestione di attività commerciali per ‘riciclare’ proventi illeciti, e di ottenere una tangente sulla compravendita di un capannone commerciale del valore di oltre 1 milione di euro. Accertata anche la ricettazione di mezzi d'opera e materiali da cantiere. Nel corso dell'inchiesta sono stati restituiti ai legittimi proprietari diversi autocarri e mezzi agricoli trovati dai militari dell'Arma subito dopo i furti per un valore stimato complessivamente in circa 40mila euro.

Tra gli arrestati anche Carmelo Zagaria, fratello dell’ex primula rossa Michele, accusato di essere il mandante di una estorsione da 40mila euro avanzata nell'ambito di una compravendita di un capannone in località Torello.

L’operazione ha visto impiegati oltre 120 militari, un team Sos (Squadre operative di supporto), il Nucleo cinofili e il Nucleo elicotteri carabinieri Pontecagnano.