Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Campi Flegrei, due scenari di rischio: “Il peggiore è l’eruzione o il bradisismo come 40 anni fa”

Il terremoto che sta colpendo il Napoletano potrebbe avere due conseguenze: un lungo sciame sismico come nel 1983-84, oppure la catastrofe del Vulcano Nuovo nel 1538. Lo ha spiegato oggi alla Camera il direttore dell’Ingv. Ieri “48 terremoti in un giorno”

Napoli, 28 settembre 2023 – Terremoto ai Campi Flegrei, la paura non si ferma. È alta la preoccupazione dei napoletani, che da tempo sono pronti a tutto con un piano di evacuazione già in tasca. Dopo la scossa di magnitudo 4.2 di ieri – la più forte dal 1984 – si aprono diversi scenari su quanto potrebbe accadere ai Campi Flegrei di Napoli. “Lo scenario peggiore è l’eruzione come nel 1538, oppure bradisismo come avvenne 40 anni fa”. Ecco cosa dicono gli esperti.

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Gli scenari possibili

Sono due i possibili scenari relativi all'evoluzione della situazione dei Campi Flegrei: il migliore è che la crisi di bradisismo in corso arrivi al termine, come era accaduto per quella del 1983-84. Due anni di scosse e poi la calma. Il peggiore è un'eruzione simile a quella del 1538, che ha distrutto il villaggio medievale di Tripergole e ha portato alla nascita del Vulcano Nuovo. A sostenerlo è il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni, che oggi ha illustrati i due possibili scenari davanti alla Commissione Ambiente della Camera.

Il vulcano sta per eruttare?

“È un'evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo”, ha detto Doglioni. “Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84”, una crisi bradisismica che “è durata 2 anni poi si è fermata”. Ma, al momento, “lo scenario più critico è un'eruzione come quella del Monte Nuovo”, del 1538, la più recente delle oltre 70 eruzioni esplosive avvenute nei Campi Flegrei.

“Campi Flegrei: un vulcano attivo”

Un evento molto diverso da quello avvenuto 39.000 anni fa, quando l'eruzione liberò oltre 400 chilometri cubi di materiale. Nel caso di un'eruzione, ha aggiunto il presidente dell'Ingv, “non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale”. In ogni caso “è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo”.

Cosa sta succedendo: gli aggiornamenti

Il nuovo sciame sismico in corso ai Campi Flegrei è iniziato alle 22.31 del 27 settembre, a meno di tre ore dalla fine da quello precedente, che ha colpito Napoli e Pozzuoli con diverse scosse: la più forte ieri di magnitudo 4.2.

“Si tratta di sciami molto ravvicinati – spiega Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv – e distinguerli è una convenzione operativa legata alla definizione di sciame”, che stabilisce gli intervalli sulla base di una soglia di ore stabilita. La breve durata è tipica degli sciami nelle aree vulcaniche, dove “difficilmente durano più di due giorni”.

Ingv: 48 terremoti in un giorno

Il nuovo sciame è iniziato alle 22.31 del 27 settembre e nella tarda mattinata del 28 settembre si sono registrati 48 terremoti magnitudo maggiore di zero. Il sisma di magnitudo massima, di 2.1, è avvenuto alle 23 a terra, verso la costa di Pozzuoli. Lo sciame precedente era cominciato alle 5 del mattino del 26 settembre ed è finito alle 19.01 del 27 settembre, con 88 terremoti di magnitudo maggiore di zero. Fra questi, il più forte è stato il sisma di magnitudo 4.2 delle 3,35, seguito da un evento di 3.2 alle 9.10 del 26 e localizzato in mare, di fronte alla costa di Bacoli.

Musumeci: “Prudenza, senza sottovalutare”

Prudenza da parte del Governo, il primo obiettivo al momento è non creare panico tra la popolazione. "Non possiamo creare allarme, ma non possiamo neanche sottovalutare: serve grande equilibrio”, dice il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci.

“Ho incontrato i sindaci per fare il punto della situazione – continua Musumeci – e abbiamo concordato tre obiettivi: un piano sulle fragilità degli edifici, un piano razionale di evacuazione che tenga conto dell'esistente e, infine, un piano per la comunicazione per rendere più consapevole la popolazione".

Quali soluzioni per mitigare il rischio

"Stiamo lavorando per passare subito alla fase operativa. Devo però dire che i 'doppi linguaggi' degli scienziati su questi temi non aiutano”, sottolinea il ministro Nello Musumesi. “Il Governo ha tutto l'interesse a intervenire in maniera seria e concreta. Nei prossimi giorni farò un sopralluogo con i tecnici – aggiunge Musumeci – stiamo monitorando la situazione h24. Certo è che la natura è imprevedibile, stiamo cercando soluzioni per mitigare l'esposizione al rischio".