Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Campania, dopo le violenze in carcere una nuova circolare: "Al lavoro in abiti civili"

“Messaggi deliranti contro gli agenti apparsi sui social, non sembrano minacce trascurabili", fanno sapere dai vertici del sindato campano

L'esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere

L'esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere

Napoli, 4 luglio 2021 – Insulti e minacce, i leoni da tastiera colpiscono ancora. Bombardamenti a raffica sui social di messaggi contro i poliziotti coinvolti nei pestaggi al carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere, il sindacato campano prende posizione, si temono rappresaglie contro la “divisa”, che potrebbero mettere a rischio anche la vita di agenti estrani a questa brutta vicenda.  

“Sono moltissimi i messaggi deliranti contro gli agenti della polizia penitenziaria apparsi sui social, messaggi che non sembrano minacce trascurabili e che stanno sollecitando l'allertamento anche per il personale impegnato nelle scorte a testimonianza”. È quanto scrivono il presidente del sindacato di Polizia Penitenziaria Uspp, Giuseppe Moretti, e il segretario regionale della Campania, Ciro Auricchio.

La circolare del provveditore reggente della Campania

Il provveditore reggente delle carceri della Campania, Carmelo Cantone, inviato dal Dap per sostituire il provveditore Antonio Fullone, destinatario di una interdizione dai pubblici uffici nell'ambito delle indagini sui pestagg nel carcere di Santa Maria Capua Vetere del 6 aprile 2020, ha emanato una circolare con la quale consiglia agli agenti di recarsi a lavoro in abiti civili e non con la divisa.

Una decisione presa, secondo quanto si apprende, per tutelare i componenti del Corpo finiti al centro dell'attenzione dopo "l'orribile mattanza" come l'ha definita il gip Sergio Enea, nell'aprile 2020. 

“Polizia penitenziaria in stato di sbandamento”

“In questo contesto – continuano i due sindacalisti – sarebbe anche opportuno che il vertice dipartimentale si recasse in visita nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, non solo per le ispezioni di rito, ma anche per dare solidarietà alla polizia penitenziaria oggi ancora di più in uno stato di sbandamento per le condizioni in cui deve operare. Un gesto di compattezza che dovrebbe essere scontato e che pure non sembra sia avvenuto”. 

Dopo lo striscione di Roma, oggi nuovi attacchi a Cagliari

Ancora uno striscione e un manifesto contro la Polizia Penitenziaria, questa volta a Cagliari, dopo quello minaccioso trovato a Roma ieri.  Sul manifesto, affisso su una delle colonne del porticato di via Roma, tra l'altro, si legge: "Non lasciamo soli i detenuti...isoliamo le guardie" ed è firmato con una frase che sembra sarda: “kontra is presonis mishunu est solu”. 

“Le guardie carcerarie, chiamate anche 'secondinì, - esordisce il testo del manifesto - sono uomini e donne comuni che abitano in mezzo a noi. Ciò che li contraddistingue è la scelta che hanno fatto nella vita: la scelta di chiudere a chiave altre persone per uno stipendio mensile. Ogni tanto viene fuori la notizia che queste guardie pestano e torturano i detenuti - continua il manifesto - il caso di Santa Maria Capua Vetere è solo uno dei pochi... parlano di mele marce... ad essere marcio è il sistema carcerario...la divisa che indossano gli conferisce il potere di reprimere... per strada, nel palazzo di casa al bar... isoliamo le guardie".

Sullo striscione, invece, trovato nel quartiere San Michele, si legge: "Da S. Maria Capua Vetere a Uta. Non esistono mele marce. Il carcere è una tortura"