Martedì 12 Novembre 2024

Camorra, estorsioni e traffico di droga nel Napoletano. Il clan: bomba contro don Patriciello

Intimidazioni al capo della polizia locale di Arzano e al parroco antimafia di Caivano. Undici arresti e 2 misure cautelari. Il gruppo era impegnato in una faida armata e taglieggiava gli imprenditori della zona. Pizzo anche alla ditta che lavorava per il Cardarelli

Napoli, 15 febbraio 2024 – Traffico di droga ed estorsioni a imprenditori e commercianti: 13 misure cautelari nel Napoletano. Facevano parte di gruppo armato impegnato in una faida tra Clan nella zona di Frattamaggiore – dove è in corso una guerra per il controllo del territorio – le 13 persone finite al centro dell’indagine della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli.

Minacce e intimidazioni anche al comandante della polizia locale di Arzano e al parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello. Al primo, Biagio Chiariello, è stato fatto trovare un manifesto funebre con il suo nome fatto all'ingresso del comando, mentre nel caso del parroco anticamorra venne fatta esplodere una bomba davanti al cancello della chiesa del Parco Verde la notte tra il 12 e il 13 marzo 2022.

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Don Patriciello ‘punito’ per essersi opposto al sistema

Puniti per essersi opposti al ‘sistema’, come viene anche definita la camorra, e al degrado del territorio dell'hinterland a nord di Napoli: si inquadrano nello scontro armato tra la famiglie malavitose gli atti intimidatori ai danni del comandante della polizia locale di Arzano, Biagio Chiariello – al quale venne fatto trovare un manifesto funebre con il suo nome fatto all'ingresso del comando – e a don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano.

Bomba eplosa al Parco Verde

La notte tra il 12 e il 13 marzo 2022, venne fatta esplodere una bomba davanti al cancello della Chiesa San Paolo Apostolo: un avvertimento per don Patriciello. Intimidazioni dettate dalla volontà da parte della malavita a Nord di Napoli di neutralizzare chi per la camorra rappresentava un nemico.

Pizzo alla ditta del Cardarelli

Estorsioni anche alla ditta che lavorava per il Cardarelli. Un accordo tra il clan Caiazzo-Cimmino del quartiere Vomero di Napoli e i Sautto-Ciccarelli del Parco Verde di Caivano per imporre il pizzo ad una ditta per un appalto all'ospedale Cardarelli. Nel corso delle indagini, è stata ricostruita la "seconda parte" di un episodio di estorsione di camorra ai danni della ditta che, nel 2017, si era aggiudicata l'appalto da 2,8 milioni di euro per la "creazione di un parco urbano e artistico dell'ospedale Cardarelli" di Napoli.

Dopo l'accordo tra i vari clan e l'intermediazione di un dipendente di una ditta che lavora all'interno dell'ospedale, l'imprenditore, vittima dell'estorsione, sarebbe stato convocato a casa di Michele Leodato – come ricostruito nel corso delle indagini – alla presenza di altri indagati, tra cui Pasquale Landolfo, Mario e Simone Pellino, tutti coinvolti in questa inchiesta. La vittima sarebbe stata costretta a versare almeno 20mila euro in tranche da 10mila, poi suddivise a metà tra i due clan del Vomero e di Caivano.

Guerra tra clan

Accusati a vario titolo di associazione mafiosa finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, 11 di loro sono finiti in carcere e ad altri 2 è stato imposto il divieto di dimora in Campania. Il gruppo di camorra – attivo tra attivo tra Caivano, Arzano, Frattamaggiore e Frattaminore – era in contrapposizione armata con altri gruppi criminali per imporre la propria egemonia. Ha taglieggiato imprenditori e commercianti del territorio, dai quali avrebbe preteso il pagamento di somme di denaro per consentire di svolgere la propria attività lavorativa.

I reati contestati

Le 13 persone del gruppo sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni e tentate estorsioni, detenzione e porto di armi, detenzione a fine di spaccio di droga: delitti aggravati dal metodo mafioso. Ad eseguire le misure cautelari, i carabinieri di Caivano e Giugliano in Campagna.

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