Napoli, 3 marzo 2023 - "Giustizia per Camila". Inizia così il terribile post di dolore e accusa pubblicato ieri sui social da Giulia Capricano, che ha visto morire la sua bambina dopo il parto. "Oggi torno a casa con il ventre vuoto, una cicatrice ed una bara. La mia casa sa di rosa, i cassetti sono pieni delle sue cose che non saranno mai indossate" - scrive ancora la giovane denunciando attraverso i social quanto le è accaduto. "Ho rotto le acque, una cosa fisiologica si sa a 38 settimane, corro a all’ospedale Betania, i dolori non sono arrivati. Il parto è stato indotto il mattino seguente ma qualcosa è andato storto, il battito della mia bambina decelerava. Io ero in ipertono uterino. Potevo morire con lei, ed una mamma sa cosa ho pensato. Tanti, tanti ostacoli al parto naturale. Mi è stato detto “sofferenza fetale è un parolone”. Nonostante queste parole ho stretto a me una bimba col cuore caldo ed il cervello spento. Distacco di placenta improvviso. Improvviso".
"Per me è stata una violenza"
Ma la giovane donna, che era al suo primo parto, contesta questa versione: "Quello del medico non è un lavoro che si improvvisa, sono stata incisa 24 ore dopo la rottura delle acque, sono stata abbandonata alla speranza che i dolori incalzassero e il battito della bambina di stabilizzasse. È stata per me una violenza. Tutto per un maledetto parto naturale". Sono tante le donne che denunciano la 'violenza ostetrica' in ospedale: dalle decisioni prese in sala parto senza un vero consenso informato, ad alcune pratiche invasive, spesso in nome della naturalità del parto, fino al caso della mamma che, dopo un lunghissimo travaglio, si è accasciata sul figlio che stava allattando, sfinita, dopo aver chiesto invano di riposare: il neonato è morto soffocato. Ma aveva optato per il rooming in e quindi le disposizione erano che il piccolo restasse in camera con lei. E subito il caso aveva assunto una rilevanza nazionale, per modificare le 'regole' del rooming in, denunciate anche da Chiara Ferragni.
"Siamo nati e morti con lei"
"Sacco rotto. Ipertono uterino. Battito della bimba decelerato. Bambina troppo su. Utero chiuso. Quanto ancora deve essere complicato un parto per decidere di intervenire - domanda Giulia nel post -? E invece no aspettiamo di non sentire più il battito, qualcosa non va... È troppo tardi, la morte celebrale della mia bimba è sentenziata ma il suo cuore è forte, resiste, si aggrappa alla vita, al mio petto. Cami muore 24 ore dopo l’intervento. Siamo nati e morti con lei. Il dolore è inspiegabile ma non mi fermerò mai. Esigo giustizia per la mia anima innocente. Lotterò affinché la sua morte non sia vana. Affinché nessuna donna e nessun bambino vengano trattati in questo modo, affinché nessun papà stringa a sé la sua bimba morta senza neanche capire cosa sia successo. Te lo prometto amore mio".
Inchiesta interna e indagine giudiziaria
La piccola Camila è venuta alla luce ed è morta nell'ospedale villa Betania di Napoli subito dopo il parto cesareo deciso, accusa la donna, troppo tardi. Dalla direzione sanitaria assicurano però che "tutte le linee guida sono state rispettate". A fare luce sull'episodio saranno un'inchiesta interna e quella giudiziaria. Resta il dolore e l'atto di accusa di Giulia. Dall'ospedale c'è solidarietà e partecipazione al dolore della donna, ma anche la convinzione di aver fatto tutto quello che si doveva.
La replica dell'ospedale: "Linee guida rispettate"
"Siamo provati da questo evento, ci rendiamo conto della tragedia, ma siamo con la coscienza a posto, perché abbiamo rispettato le linee guida delle buone pratiche", spiega all'Ansa Vincenzo Bottino, direttore sanitario di Villa Betania. La morte è avvenuta per un improvviso e massivo distacco della placenta, un evento raro e imprevedibile: questo è quanto emergerebbe dall'audit interno disposto per fare luce sull'evento. Il cesareo, spiegano i medici, non è stato rimandato.
Punto nascite al vertice in Campania "per parti naturali"
"La signora - dice Bottino - è stata ricoverata e sottoposta al monitoraggio secondo prassi e linee guida. Noi su questo aspetto siamo molto attenti, perché siamo il secondo punto nascita della Campania e primo o secondo sul numero di parti naturali. La signora è stata controllata in continuazione con parametri sempre stabili e tranquilli, dopo alcune ore da induzione del travaglio si è assistito a una sofferenza fetale improvvisa e diagnosticata precocemente, per cui dopo cinque minuti è stata portata in sala per il taglio cesareo con urgenza. Da questo cesareo in pochi minuti è nato un feto in forte sofferenza con la placenta distaccata, che ha poi portato al decesso".
Duemila parti l'anno
Bottino ripete che tutto quello che si doveva fare è stato fatto: "Per chi fa questa attività come noi, con duemila parti l'anno, è necessario standardizzare tutti i processi, un reparto come questo non si può permettere di non applicare le linee guida".