Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Caivano, stupro delle cuginette al Parco Verde: chi sono i ragazzi del branco. Il gip: “Personalità inquietanti e senza pietà”

Nell’ordinanza del tribunale dei minorenni è tratteggiato l’identikit psicologico dei ragazzi raggiunti oggi dalle ordinanze cautelari. Ecco cosa c’è scritto e come stanno le due bambine. A fare partire le indagini un messaggio su Instagram: “Apri gli occhi con tua sorella”.

Carabinieri al rione Parco Verde di Caivano

Caivano (Napoli), 26 settembre 2023 – “Privi di scrupoli con personalità inquietanti, convinti di poter soggiogare le vittime per chissà quanto tempo ancora”. È l'identikit dei 9 ragazzi raggiunti oggi dalle ordinanze di custodia cautelare per gli stupri di Caivano. Agivano a suon di violenza, con minacce, offese e bastonate. E "inculcando (nelle due cuginette, ndr) il senso di colpa, riprendendole con i telefoni cellulari e dicendo di passarli ai loro genitori". A scriverlo nell’ordinanza, riferendosi al 'branco' che nel Parco verde di Caivano ha abusato per mesi di due bambine di 10 e 12 anni, è il gip del tribunale dei minori di Napoli, Umberto Lucarelli.

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Lucarelli ha firmato 7 delle 9 misure cautelari che hanno chiuso il cerchio attorno ai responsabili dello stupro di gruppo. Degli altri due arrestati, essendo maggiorenni, se ne è occupata la procura di Napoli. Uno dei due maggiorenni aveva già un precedente per un tentato stupro ai danni di un'altra ragazzina. "Sono fatti gravi e reiterati – scrive il magistrato – commessi con brutale approfittamento di vittime deboli e in tenera età e con modalità subdole ai limiti della crudeltà”.

Come stanno le due cuginette?

“Le bimbe vittime degli abusi hanno già iniziato dei percorsi, così come le loro famiglie, ma è presto per dire se e quando potranno tornare in famiglia”. A raccontare come stanno le due bambine di 10 e 12 anni stuprate dal branco è la procuratrice dei minori di Napoli, Maria de Luzenberger Milnersheim. Le due cuginette sono state allontanate dal Parco Verde per evitare ripercussioni e minacce, ora si troverebbero in una comunità protetta o in una casa famiglia per minorenni.

“È ancora presto per dire se questi percorsi verranno fatti fuori Caivano”, continua la procuratrice. Del resto, anche le relazioni degli psicologi agli atti dell'inchiesta evidenziano come “i danni psicologici, conseguenti ad una simile esperienza di violenza sessuale, possono avere effetti non soltanto a breve termine, ma anche a medio e lungo termine”, aggiunge. Violenze come quelle subite dalle due bambine “possono essere responsabili dell'alterazione dell'equilibrio psico-affettivo per tutta l'esistenza” e dunque “occorreranno anni e lungo lavoro affinché loro possano avere consapevolezza delle gravi violenze ricevute prima di poterle affrontare ed elaborare”.

Il gip: “Totale mancanza di pietà”

Gli stupri si sono susseguiti per due mesi e, secondo gli inquirenti, sono stati “innumerevoli”. Tra gli stupratori, anche il fidanzatino minorenne di una delle due bambine: la costringeva ad avere rapporti sessuali minacciandola con un bastone.

I nove indagati hanno dimostrato inoltre "la totale mancanza di pietà, la mortificazione imposta alla vittima da parte di uno dei ragazzi, quando ha trasmesso in diretta social, attraverso una videochiamata, uno dei rapporti sessuali subiti da una delle cuginette, mentre gli spettatori ridevano".

Il messaggio su Instagram

A dare il via alle indagini è stato un messaggio su Instagram al fratello di una delle due bambine di Caivano vittime degli stupri: "Attento, apri gli occhi con tua sorella perché ha dei video sporchi con dei ragazzi, io sono tuo amico e te lo dico". Il ragazzo, anche lui minorenne, ha avvisato il papà che ha parlato con la bimba di 12 anni, che ha confermato tra le lacrime quello che le stava accadendo da due mesi.