Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Stupro di gruppo a Caivano: due cuginette di 13 anni violentate da sei adolescenti. Don Patriciello: “Qui ammassate le povertà”

È successo nel Napoletano all’inizio di luglio. L’unico maggiorenne del branco è stato fermato. Si cercano indizi sui cellulari dei ragazzini. Le vittime portate in un capannone con l’inganno

Don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Vedere di Caivano

Don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Vedere di Caivano

Caivano (Napoli), 25 agosto 2023 – Il branco ha colpito ancora. Due cuginette di 13 anni sono state violentate da un gruppo di adolescenti: sei ragazzi, quasi tutti minori. Solo uno era maggiorenne: è stato individuato e stato fermato. Le hanno portate con l’inganno in un capannone isolato e poi hanno abusato di loro a turno, con una violenza inaudita. È successo al Parco Verde di Caivano, una delle zone più volente del Napoletano, tra le piazze di spaccio più grandi d’Italia in mano alla camorra. Qui, nel 2014, la tragica morte di Fortuna Loffredo, 6 anni: violentata e fatta cadere cadere da un terrazzo all'ottavo piano. Il vicepremier Maetto Salvini incalza. “Castrazione chimica”.

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Un altro terribile stupro destinato a sconvolgere l’Italia, come quello di Palermo: gli autori della violenza sono stati arrestati, ma l’agonia sui social continua tra l’arroganza e la mancanza di rispetto per le vite spezzate delle ragazze stuprate. Terrorizzate, le due 13enni avevano mantenuto il silenzio: ma poi la voce ha iniziato a girare nel rione – forse messa in giro degli stessi stupratori, come un trofeo – e la famiglia ha scoperto l’agghiacciante verità. Le vittime ora sono al sicuro in una casa famiglia, lontano dalle violenze del Parco Verde. 

Cosa è successo

Le violenze risalgono all’inizio di luglio. Il branco che avrebbe abusato delle cuginette sarebbe stato composto da sei ragazzini, forse tutti coetanei delle vittime. Le indagini hanno avuto inizio ad agosto quando i familiari delle vittime hanno presentato una denuncia ai carabinieri. La conferma della violenza sarebbe avvenuta anche dalle visite mediche effettuate in due diversi ospedali. Al momento, si sa che l'unico maggiorenne del gruppo sarebbe già stato individuato e fermato.

Dopo lo stupro, la voce si è sparsa nel rione

Le due cugine, spaventate dalla convivenza forzata con gli stupratori nel quartiere, non hanno raccontato nulla ai genitori. Avevano troppa paura di ulteriori ritorsioni o altre aggressioni così violente. Ma poi, giorno dopo giorno, quella brutta storia è uscita allo scoperto: qualcuno ha cominciato a raccontarla, la voce ha iniziato a girare tra gli adolescenti del rione. Forse sono gli stessi ragazzini a parlarne vantandosene, come è successo nello stupro di Palermo. E così alla fine è venuto a saperlo anche il fratello di una delle due vittime, che ha raccontato tutto ai genitori. Dopo la denuncia, le ragazzine sono state trasferite in una casa famiglia lontana da Caivano, proprio per difenderle da quel contesto così degradato dove le famiglie per bene vivono a stretto contatto con i clan della camorra.

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Cuginette affidate a una casa famiglia

Nel frattempo, per le due ragazze è stato deciso l'allontanamento dal Parco Verde e ora vivrebbero in una casa famiglia. Le indagini sono andate avanti, in queste ultime settimane, nel più assoluto riserbo fino a quando è trapelata la prima indiscrezione: gli inquirenti stanno procedendo all'analisi di alcuni telefoni cellulari per cercare di ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti.

Il parroco: “Pornografia è un’emergenza”

Non si fa attendere la reazione di don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde di Caivano da sempre schierato contro spaccio e violenza. “Abbiamo abdicato alla fatica dell'educare”, dice il parroco. Le due cuginette stuprate abitano proprio nel quartiere dove il prete opera da tempo con condanne decise contro la Camorra, che lo hanno costretto a vivere sotto scorta. E poi lancia l'allarme: “La pornografia è ormai una vera emergenza. Ma cosa si fa?”.

“Di questa vicenda se ne parlerà per qualche giorno, forse per qualche settimana, ma poi queste due povere ragazze si porteranno dentro questo trauma per tutta la vita, vivranno questo dolore con le loro famiglie”, prosegue don Maurizio. “Se ci sono femminicidi, se ci sono casi di violenza brutale, che avvengono sia in quartieri degradati sia in quelli più agiati, vuol dire che noi abbiamo sbagliato, abbiamo deciso di non educare”, aggiunge.

Parco Verde: il quartiere di Caivano è la più grande piazza di spaccio d'Italia
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Don Patriciello: “Parco Verde? Non doveva nascere”

Il Parco Verde è un quartiere di Caivano sorto per dare una casa agli sfollati del terremoto del 1980. E il sacerdote va all'attacco: “Mi dispiace dirlo, ma questo è un quartiere che non doveva mai nascere: qui sono state ammassate tutte le povertà. E poi cosa si è fatto?». Il sacerdote rivolge anche un pensiero ai presunti stupratori: “Sono vittime della povertà educativa”.

Parco Verde violento: i precedenti

È una delle piazze di spaccio più ‘importanti’ d’Italia quella del Parco Verde di Caivano, un territorio off-limits controllato dalla Camorra. Chiamato Parco Verde, il quartiere è un complesso di edilizia popolare noto anche per essere stato teatro di vicende drammatiche con minori protagonisti. Come la morte nel 2014 di Fortuna Loffredo, 6 anni, violentata e fatta cadere cadere da un terrazzo all'ottavo piano. O del piccolo Antonio, 4 anni, misteriosamente precipitato da un balcone.

Nel parco degli orchi e degli spacciatori,le due cuginette di 13 anni sono state abusate in un capannone poco lontano dai luoghi frequentati dai tossicodipendenti. Poi la denuncia dei genitori ai carabinieri, i provvedimenti giudiziari con il sequestro di cellulari e il trasferimento delle due vittime in una casa famiglia. La vicenda è riferita dal legale della famiglia delle bambine, l’avvocato Angelo Pisani, e risalirebbe alla prima metà di luglio.

La politica prende posizione: le reazioni

"Un'estate di violenze che obbliga la politica, per quanto è in suo potere, ad intervenire". Lo afferma la senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini, componente della commissione bicamerale sul femminicidio. "Il 30 agosto si riunisce in Senato la Commissione di cui faccio parte. Occasione perfetta per entrare nel merito dei problemi, e dare il segnale che la politica e le istituzioni sono presenti su un tema così importante", conclude Sbrollini.

“L'ennesimo orrore che si consuma in questo quartiere-ghetto abbandonato a se stesso", dice il deputato M5S Pasquale Penza di Caivano, componente della commissione parlamentare d'inchiesta sul degrado urbano. "L'ennesimo atto abominevole – continua – generato da un contesto di estremo degrado sociale e di povertà che diventa l'habitat naturale di illegalità. Il governo deve impegnarsi per risolvere il problema dell'edilizia popolare degli anni '80: bisogna diluire la concentrazione abitativa di questi quartieri-ghetto, costruendo nuove abitazioni ecosostenibili e abbattendo le vecchie", sottolinea infine il parlamentare.

“L'ennesimo episodio raccapricciante di violenza consumato al Parco Verde impone una presa di responsabilità da parte delle amministrazioni locali”, incalza il consigliere regionale della Lega, Severino Nappi. Il Parco Verde oggi è sotto accusa, ma qui criminalità e spaccio tengono banco da sempre. “Parliamo di oltre seimila abitanti – continua Nappi – che sopravvivono nell'abbandono totale in una porzione di territorio segregato nella ghettizzazione imposta dall'immobilismo atavico della sinistra, buona solo a fare passerella e a racimolare voti, sfruttando la miseria con la politica del sussidio, ma che poi volta le spalle alla collettività”.

Femminicidi e stupri all’ordine del giorno – dice senatore del Pd, Michele Fina – fanno del nostro un Paese che ha un problema grave riguardo un fenomeno strutturale e culturale legato a misoginia, sessismo e assenza totale di educazione al consenso. La violenza contro le donne è un fatto politico di enorme portata. Non va soltanto affrontato il fenomeno applicando e potenziando le leggi vigenti in materia, ma va educato il pensiero e ridefinito il senso comune sul significato dei gesti e delle relazioni fra le persone”. Per Fina bisogna “potenziare strumenti normativi, centri antiviolenza, progetti nelle scuole e promuovere politiche di genere dentro le aziende, nelle organizzazioni”.