Domenica 1 Settembre 2024

Caivano, cuginette violentate al Parco Verde: eseguite 9 misure cautelari. Le procure: “Innumerevoli abusi”

Sette minorenni e due maggiorenni raggiunti stamattina dai provvedimenti. Tra loro anche il fidanzatino di una delle due vittime. Dal fascicolo giudiziario emergono inquietanti realtà: ecco gli orrori subiti dalle due bambine

Carabinieri al Parco Verde di Caivano

Carabinieri al Parco Verde di Caivano

Caivano (Napoli), 26 settembre 2023 – Svolta sul caso delle cuginette violentate al rione Parco Verde di Caivano: nove provvedimenti restrittivi nei confronti di 7 minorenni e due maggiorenni. I due maggiorenni del branco sono stati portati nel carcere di Poggioreale, per sei minorenni è stata disposta la detenzione all'istituto di pena minorile di Nisida. L'ultimo minorenne indagato è destinatario di una misura di collocamento in comunità.

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Sono “innumerevoli” gli abusi sessuali subìti in due mesi dalle due cuginette di 10 e 12 anni: le violenze di gruppo sono avvenute quasi tutte in un immobile abbandonato, definito dalle vittime “capanna”, in “vico dei tossici”.

Tra i 9 ragazzi destinatari di misure cautelari (anche in carcere) per lo stupro di gruppo delle due cuginette di 10 e 12 anni al rione Parco Verde, c'è anche il fidanzato minorenne di una delle vittime: ha costretto la bambina a subire rapporti sessuali sotto la minaccia di un bastone nel centro sportivo abbandonato del Parco Verde. E dal fascicolo giudiziario spunta una terribile realtà: uno dei ragazzi ha mostrato lo stupro in diretta con una videochiamata al branco. 

Sono solo alcuni dei retroscena che emergono dall'inchiesta che oggi ha portato all'esecuzione delle misure cautelari. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti questa mattina dai carabinieri, al lavoro sia la procura per i minorenni di Napoli che la procura di Napoli Nord. Tre ragazzi minori hanno 14 anni, uno 15 e due 16 anni. Un settimo indagato ha compiuto 18 anni dopo i fatti contestati. 

Lo stupro in diretta: la videochiamata col branco

Non solo i video dei rapporti sessuali girati coi cellulari per passarseli in chat, ma anche una brutale ripresa ‘in diretta’ di uno degli stupri subiti dalle ‘cuginette bambine’ di Caivano. Una violenza sessuale avvenuta in casa di uno degli indagati e mostrata al branco attraverso una videochiamata, con la quale il ragazzino faceva vedere agli altri del gruppo come abusava di una delle cuginette.

È uno dei retroscena scoperti dall'inchiesta dei carabinieri per conto delle due procure, quella per Minorenni di Napoli e quella di Napoli Nord, che ha portato a 9 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati per gli abusi ai danni di due cuginette nel Parco verde di Caivano.

La ricostruzione degli stupri

Le due ragazzine, secondo la ricostruzione degli inquirenti, furono portate all'interno di un centro sportivo abbandonato, il Delphinia, dove sono ora iniziati lavori di ristrutturazione per il suo completamento entro la primavera del 2024, e violentate da un gruppo di giovani. Ma quello sarebbe stato solo uno degli episodi di violenza, che si sarebbero ripetuti a lungo nel tempo. Alla svolta di oggi si è arrivati anche dopo il sequestro di diversi telefonini degli indagati.

Il Questore: “Svolta a vicenda dolorosissima”

“Oggi è un giorno importante perché dal punto di vista repressivo si è data una svolta ad una vicenda dolorosissima”. È quanto ha detto il questore di Napoli, Maurizio Agricola, a margine della visita al villaggio della legalità che la polizia di Stato ha allestito lungo viale Margherita nel parco Verde di Caivano. “Noi siamo qui oggi per un'affermazione di legalità”, ha proseguito il questore, “e per un'educazione alla legalità che è un'attività multidisciplinare”.

Le vicende che hanno riguardato il parco Verde “sono ferite indelebili”, dice don Maurizio Patriciello parlando dello stupro delle due cuginette di di Caivano. “Pensate a tutte le famiglie coinvolte”, ha aggiunto il parroco anticamorra pensando a vittime e carnefici.

La reazione delle famiglie

Gli avvocati Angelo Pisani e Antonella Esposito, a nome dei familiari di una delle bambine abusate a Caivano, esprimono "soddisfazione per l'impegno e la prima risposta della magistratura alla denuncia delle vittime” e chiedono ora “di tutelare e salvare le loro famiglie e soprattutto la madre dei bambini, già messi in sicurezza”. I legali, che parlano di un “sistema infernale e criminale delle periferie dove ora le luci non vanno più spente”, auspicano che vengano “ricongiunti al più presto bambine e genitori in un ambiente sano lontano da Caivano” e che vengano messe in atto tutte le misure necessarie “a prevenire altri orrori e tutelare tutti i bambini”.