Mercoledì 13 Novembre 2024

Sistema Caivano: appalti truccati, tangenti e racket. Arrestate 18 persone che facevano affari con il Clan Angelino

Finiti ai domiciliari dipendenti comunali, politici, imprenditori e camorristi: ecco chi sono. L’Antimafia ha ricostruito un doppio binario di estorsioni: tangenti per vincere gli appalti e pizzo per tenere aperti i cantieri

Napoli, 1 novembre 2023 – Appalti truccati, estorsioni e associazione a delinquere di stampo mafioso. Sono le accuse che questa mattina hanno portato all’arresto di 18 persone a Caivano, tra cui il boss Antonio Angelino (già in carcere a Rovigo), sei imprenditori locali, funzionari comunali ed esponenti politici dell'amministrazione sciolta per mafia lo scorso 16 ottobre.

Le indagini della Dda hanno ricostruito il ‘Sistema Caivano’, un fruttuoso giro di affari basato su tangenti ed estorsioni. Le aziende pagavano soldi agli uffici comunali per ottenere gli appalti dei lavori pubblici, poi erano costretti a versare il ‘pizzo’ al Clan Angelino per poter lavorare. E, in caso di mancato pagamento, gli emissari del boss bloccavano i cantieri. É il secondo blitz dell’inchiesta dopo quello del 10 ottobre. 

Nomi eccellenti: chi sono gli arrestati

Questa mattina, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito un'operazione che ha portato all'arresto di 18 persone indagate per associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e reati contro la pubblica amministrazione.

Tra gli arresti notificati oggi dall’Antimafia, compaiono ‘nomi eccellenti’ conosciuti a Caivano: l'ex assessore Carmine Peluso, il consigliere comunale Giovanbattista Alibrico, l'esponente politico Armando Falco e il tecnico comunale Martino Pezzella, ritenuti dagli inquirenti gli intermediari con il boss Antonio Angelino. Fermato anche il dirigente comunale Vincenzo Zampella che avrebbe fornito materialmente le informazioni sulle assegnazioni degli appalti che lui stesso firmava. Si trovano tutti agli arresti domiciliari.

Sistema Caivano: come funzionava

Un doppio binario di pagamenti: tangenti ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Notizie riservate relative all'aggiudicazione degli appalti venivano girate al Clan in modo da poter indirizzare richieste estorsive ai vincitori. I funzionari comunali avrebbero svolto il ruolo di intermediari tra gli imprenditori e i camorristi nella richiesta e nel ritiro delle tangenti. Gli stessi imprenditori taglieggiati avrebbero ottenuto appalti corrompendo politici e dirigenti comunali compiacenti.

Le indagini della Dda: cosa sappiamo

Secondo l'Antimafia di Napoli, il Sistema Caivano prevedeva che gli imprenditori da un lato pagassero tangenti agli uffici comunali per ottenere gli appalti, dall'altro fossero taglieggiati dal clan. Il clan – tramite due affiliati di Angelino, Giovanni Crolletti e Massimiliano Volpicelli imponeva il blocco dei cantieri degli imprenditori che non pagavano.

Gli arresti domiciliari notificati questa mattina alle 18 persone di Caivano scaturiscono da un'intensa attività investigativa dei militari dell'Arma che abbraccia un periodo molto ampio, che va dal novembre 2022 a luglio 2023.

L'inchiesta ha fatto emergere, in particolare, il condizionamento imposto dal clan nella gestione degli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici. La cosca riusciva a ottenere da parte dei pubblici amministratori notizie riservate relative all'aggiudicazione degli appalti in modo da poter indirizzare le richieste estorsive.

Anzi, in diversi casi i dipendenti pubblici diventavano intermediari tra gli imprenditori e i camorristi nella richiesta del pagamento delle estorsioni, o nel ritiro del denaro. E gli stessi imprenditori, se da una parte erano vittima della richiesta estorsiva, dall'altra riuscivano a ottenere gli appalti corrompendo amministratori e dirigenti comunali compiacenti.

Delle 18 persone finite oggi agli arresti domiciliari, nove erano già stati sottoposti a fermo lo scorso 10 ottobre, tra cui l’ex assessore Peluso, mentre altre nove persone erano indagate nell'ambito della stessa inchiesta. Nel fascicolo dell’indagine – che coinvolgerebbe molte altre persone – compaiono anche i sei imprenditori finiti oggi agli arresti domiciliari.

Comune sciolto per mafia

Il 16 ottobre il Consiglio dei Ministri ha decretato lo scioglimento dell’amministrazione comunale per mafia, nominando tre commissari prefettizi per la gestione della città. Un provvedimento arrivato dal Consiglio dei ministri dopo la caduta del sindaco Vincenzo Falco (non indagato), che lo scorso agosto era stato sfiduciato della sua stessa maggioranza con il solito metodo usato dalla camorra.

Colosimo: “Vinceremo la sfida contro la camorra”

''L'inchiesta della Dda di Napoli e dell'Arma dei Carabinieri sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel comune di Caivano dimostra quanto sia efficace il lavoro di contrasto alla camorra portato avanti dagli inquirenti e dalle forze dell'ordine". A dirlo è la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo.

“È solo di qualche giorno fa – continua – la missione che ha portato la Commissione Antimafia a Caivano, dove abbiamo potuto constatare quanto sia grande, soprattutto nelle nuove generazioni, la voglia e la speranza di cambiamento. Oggi posso riaffermare con forza che stare dalla parte della criminalità non conviene e che, passo dopo passo, vinceremo questa sfida''.

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