Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Bambino alla guida di un motoscafo nel Golfo di Napoli: il video diventa virale

È successo nel weekend a Castellammare, il bimbo sfrecciava a velocità sostenta al fianco del papà. A immortalare la scena, i bagnanti: migliaia le visualizzazioni dei video

Alcuni fotogrammi del video

Napoli, 30 maggio 2022 – Un bimbo di pochi anni alla guida in un motoscafo che viaggia a velocità sostenuta, al suo fianco il papà che gli dice “vai piano”. Il tutto immortalato in un video diventato virale su TikTok. È una vicenda che ha dell’incredibile quella accaduta nel Golfo di Napoli nel week-end: una scena immortalata con un telefonino dai bagnanti divertiti.

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“Sta impazzando su Tiktok il video, realizzato nelle acque di Castellammare di Stabia, di un bimbo di pochi anni alla guida di un motoscafo che procede a velocità sostenuta. Filmato dai presenti, che sembrano apprezzare questa vergognosa scena e invitato da un adulto ad andare più piano, il protagonista, suo malgrado, di questo video è stato poi offerto in pasto ai social network”, denuncia il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli.

"Devono intervenire i servizi sociali"

Il video ha ricevuto migliaia di visualizzazioni fino a quando, oggi, è stato cancellato dal papà del piccolo. “Un trionfo di ignoranza e irresponsabilità – continua Borrelli – che non può e non deve rimanere impunito. Bisogna risalire immediatamente a tutti i protagonisti di questa vergogna, identificando i genitori del piccolo e facendo intervenire i servizi sociali”. Ma non solo. “Dobbiamo sottrarre il piccolo a modelli educativi sbagliati – aggiunge il consigliere campano – che non tengono conto della sua sicurezza, della sua educazione e del suo diritto a essere tutelato come minore”.

Durissima la presa di posizione di Borrelli, che nei mesi scorsi aveva già lanciato l’allarme sulla presenza sui social di video virali che mostrano comportamenti violenti, in pieno “stile Gomorra”, tra i giovani. “La deriva di incapacità genitoriale – sottolinea Borrelli – emerge in modo sempre più evidente sui social network. Contro questo fenomeno inqualificabile c'è bisogno di fare rete. La repressione da sola non basta. Devono scendere in campo i servizi educativi, la scuola e anche i cittadini che assistono a queste mostruosità. Chi osserva e ride senza opporsi, è complice della devastazione educativa di un minore”.