Il 25enne Fulvio Filace, che al momento dell’esplosione dell’auto sperimetale sulla tangenziale di Napoli lo scorso venerdì 23 giugno era seduto sul lato passeggero, era un laureando in ingegneria presso l’Università Federico II di Napoli ed era tirocinante presso il Cnr. In precedenza aveva studiato preso il liceo scientifico Carlo Urbani.
Fulvio, che viveva a San Giorgio a Cremano, lascia i genitori Salvatore e Maria Rosaria e le due sorelle Alessandra ed Eleonora.
Filace era impegnato in un tirocinio curriculare su un'auto prototipo del progetto denominato Lifesave - Make your car a solar hybrid (Salva la vita. Rendi la tua auto un idrido solare) che ha l'obiettivo di convertire le auto tradizionali in modelli ibridi-solari.
"Martire dell’innovazione”
"Venerdì pomeriggio - ricorda la famiglia nella nota postata sulla pagina social di Fulvio la sera del 26 giugno - sulla tangenziale di Napoli è esplosa un'auto in transito. Una notizia ripresa presto da tutti i media locali e nazionali per la gravità dell'incidente. In quella macchina c'erano due persone, una di queste era Fulvio, 25 anni, laureando alla Magistrale di Ingegneria meccanica, una vita piena di sogni, l'ambizione di lavorare in Ferrari”.
La famiglia di Fulvio aveva già rilasciato una dichiarazione che ora suona ancora più drammatica: “Non vogliamo che un ragazzo pieno di sogni possa diventare un martire dell'innovazione”.
Dopo l’incidente l’Università Federico II dove Fulvio lavorava aveva lanciato un appello a donare sangue per Fulvio che era stato accolto da oltre un centinaio di persone.
"Test fallimentare”
Il caso, nella sua drammaticità, aveva infatti aperto una discussione perché l’auto su cui il giovane viaggiava insieme alla ricercatrice del Cnr era un prototipo che aveva sul tetto dei pannelli solari: l’obiettivo della ricerca era trasformare le ‘vecchie’ auto in modelli ibridi utilizzando altre forme energetiche, come il sole.
"È giusto che la tecnologia progredisca e vada avanti – aveva appunto detto la famiglia del giovane ingegnere – non vogliamo però che un ragazzo pieno di sogni possa diventare un martire dell'innovazione. Fulvio è vittima di un test fallimentare che cambierà per sempre la sua vita e quella della nostra famiglia. E troppe domande oggi ci tormentano".
La Procura ha aperto un’indagine e il Cnr ha avviato un’indagine interna.
“Giustizia per Fulvio”
Fulvio dopo l’incidente era ricoverato in coma farmacologico, intubato, con ustioni di terzo grado in gran parte del corpo e con i bronchi occlusi, aveva spiegato la famiglia. I familiari tre giorni fa aveva lanciato l’hashtag ‘Giustizia per Fulvio’, consapevoli che, se anche il giovane fosse sopravvissuto, come tutti auspicavano e pregavano, aiutando anche con la donazione del sangue, a causa delle ustioni così gravi riportate in seguito all’incidente la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
San Giorgio a Cremano a lutto
Tanti gli attestati di cordoglio in queste ore, a partire dalla presidente del Cnr e dal marito della ricercatrice che ha perso la vita come Fulvio. Anche il sindaco di San Giorgio a Cremano (Napoli), Giorgio Zinno, ha parlato di una comunità sconvolta per la morte del giovane: “L'intera comunità di San Giorgio a Cremano si stringe, in queste ore terribili, attorno alla famiglia, ai genitori Salvatore e Maria Rosaria e alle due sorelle Alessandra ed Eleonora. Ci hanno chiesto il massimo rispetto della loro privacy in questo momento drammatico ed estendo l'invito a tutta la cittadinanza”.
Notizia in aggiornamento