Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Scoperto un tesoro sommerso a Capri: recuperati i primi reperti di una nave di epoca neolitica

Ecco cosa c’è da sapere sul recupero degli oggetti di ossidiana vicino alla Grotta Azzurra dell’isola napoletana. Le operazioni continueranno nei prossimi giorni

Capri (Napoli), 21 novembre 2023 – Recuperati i primi reperti archeologici sommersi vicino alla Grotta Azzurra di Capri. Dopo il ritrovamento dei resti lungo le coste dell’isola napoletana, ieri sono iniziate le operazioni della polizia per ripescare dal fondale una serie di “nuclei lavorati di ossidiana”. Si tratta di oggetti che facevano parte del carico di una nave di epoca neolitica.

Il nucleo subacqueo della questura è sceso fino a 40 metri di profondità per estrarre i reperti dall’acqua. Le immersioni continueranno nei prossimi giorni anche per studiare meglio il passato dell’isola. Ecco cosa c’è da sapere sul tesoro sommerso a Capri.

Manufatto preistorico recuperato nelle acque di Capri
Manufatto preistorico recuperato nelle acque di Capri

Localizzati i reperti: dove sono

I resti della cambusa di una nave neolitica si trovano vicino alla Grotta Azzurra di Capri, a una profondità compresa tra i 30 e oltre i 40 metri. Il nucleo di oggetti recuperato – che presenta sulla superficie tracce evidenti di scalpellature e lavorazione – misura circa 28x20 centimetri, per un'altezza di 15 centimetri e un peso di quasi 8 chili.

Secondo quanto accertato durante l’immersione di ieri, lunedì 20 novembre, hanno provveduto al preciso posizionamento dei reperti che si trovano su un'area ben maggiore di quanto si pensava al momento della scoperta.

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Manufatto preistorico recuperato nelle acque di Capri
Manufatto preistorico recuperato nelle acque di Capri

Via al restauro 

Gli oggetti recuperati sono stati trasferiti nei depositi della Soprintendenza per l'Area Metropolitana di Napoli, in attesa di interventi di pulizia dalle concrezioni marine e del restauro. Il soprintendente Mariano Nuzzo ha evidenziato come “si renda necessaria la realizzazione di un rilievo estensivo del fondale di tipo strumentale, per verificare l'eventuale presenza dello scafo o di altro materiale di carico".

Soprintendenza: "Recupero in contesto difficile”

Gli studi serviranno anche a “orientare lo scavo diretto, in un contesto particolarmente difficile per le indagini – continua Nuzzo – e il recupero di materiali antichi, soprattutto di una certa consistenza, determinata dalle quote molto basse del fondale. La collaborazione con i sommozzatori della polizia si è rivelata fondamentale, grazie alla loro grande perizia nel gestire situazioni di una certa complessità”.