Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE NAPOLI

Anziana curata per due giorni in ambulanza: posti letto Covid esauriti in ospedale

Una donna di 85 anni, cardiopatica e positiva, è rimasta sul mezzo per 48 ore, con gli equipaggi che si davano il cambio per assisterla. É successo nel Salernitano

Salerno, 16 dicembre 2022 – Mancano i posti letto in ospedale, una paziente di 85 anni viene curata per due giorni in ambulanza. È l’incredibile vicenda avvenuta nel Salernitano, protagonista (o forse è meglio dire vittima) un’anziana cardiopatica e positiva al Covid. Arrivata all’ospedale di Mercato San Severino a bordo dell’ambulanza, la donna non è stata ammessa in reparto perché la struttura dispone al momento di due soli posti per il Coronavirus, che erano entrambi occupati.

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L'ambulanza con la donna a bordo davanti all'ospedale Curteri
L'ambulanza con la donna a bordo davanti all'ospedale Curteri

Cosa è successo

La donna è rimasta per due giorni e due notti a bordo dell'ambulanza, nonostante il freddo e l’allerta meteo diramata in tutta la Campania. Nell'ospedale più vicino, quello di Salerno, solo oggi si è liberato un posto nel reparto di malattie infettive, così l’85enne è stata trasferita. Ora è stata ricoverata, mettendo fine alla vicenda. Per assistere la donna, vari equipaggi del 118 hanno dovuto darsi il cambio sull'ambulanza per quasi 48 ore. A denunciare l'accaduto, l'associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”.

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"Maratona di malasanità"

“Un vero e proprio calvario”, denuncia “Nessuno tocchi Ippocrate”, che parla di “una maratona di malasanità”. La donna è risultata positiva al Covid mentre si trovava nella casa di riposo in cui risiede, la Sant’Anna di Mercato San Severino, ed essendo cardiopatica è stata portata dal 118 fino all’ospedale. Era il 14 dicembre alle 16.35.

“Ha atteso dentro una ambulanza 118 di essere ricoverata al pronto soccorso dell’Ospedale Curteri. La signora non ha mangiato, bevuto e ha espletato i suoi bisogni fisiologici dentro il mezzo di soccorso. Purtroppo non ha parenti e vive da sola in una casa di cura. Una situazione che non ha precedenti”, raccontano gli attivisti di “Nessuno tocchi Ippocrate”.

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