Giovedì 3 Ottobre 2024

Amianto, morti padre e figlio: risarcimento milionario per la famiglia

La sentenza condanna Fincantieri. Il più giovane, deceduto a 58 anni per mesotelioma pleurico, aveva lavorato in un cantiere navale di Castellammare di Stabia, manipolando asbesto friabile senza dispositivi di protezione

Smaltimento gratis dell’amianto. "Per la tutela della salute pubblica"

Un momento di bonifica dall’amianto (foto di repertorio, Ansa)

Napoli, 3 ottobre 2024 – Circa un milione di euro, questo il maxi risarcimento imposto dal tribunale di Torre Annunciata a Fincantieri per l’esposizione professionale all’amianto che ha portato alla morte di un 58enne nell’aprile 2019. A darne notizia è l’Osservatorio nazionale amianto. Una sentenza che difficilmente colmerà il vuoto lasciato ai famigliari della vittima, ma che rimane “storica”, secondo le parole del loro avvocato Ezio Bonanni. 

L’uomo è morto per mesotelioma pleurico, un tumore tipico dell’esposizione all’asbesto. La sostanza era infatti ampiamente presente nei cantieri navali sin dagli anni Sessanta, “nelle coibentazioni, nelle tubature, nelle pareti, nel vano motore, nonché nelle cuccette delle navi militari e civili”, come ricorda l’Ona. Dal 1977 al 1981, la vittima ha lavorato come operaio in uno stabilimento cantieristico di Castellammare di Stabia. Le sue mansioni erano quelle di sabbiatore, pavimentista, verniciatore e manovale.

Mesotelioma: cause e sintomi della malattia

Dalla perizia è emerso che l’uomo aveva manipolato amianto friabile in locali privi di impianti di aerazione, senza le mascherine e tute protettive monouso. E’ stato di conseguenza riconosciuto il nesso tra esposizione e insorgenza del mesotelioma pleurico. “Alla luce delle modalità operative con cui si svolgeva la movimentazione dell'amianto – si legge nella sentenza – la società convenuta risulta aver omesso di predisporre tutte le misure e cautele atte a preservare l'integrità psicofisica del lavoratore sul luogo di lavoro”.

Giustizia fatta, oltretutto, anche per il padre della vittima. “Si tratta di una sentenza storica – spiega Bonanni, che è anche presidente dell’Ona – perché riconosce un maxi risarcimento per i familiari e, oltre all'esposizione professionale, per la prima volta è stata riscontrata anche quella domestica, perché anche il padre che ha lavorato nello stesso cantiere è deceduto per mesotelioma. Un traguardo significativo verso la giustizia per le vittime di amianto”.