Napoli, 3 settembre 2022 – Una chat segreta con minacce, insulti e messaggi che lo avrebbero spinto al suicidio. È l’ipotesi alla quale stanno lavorando gli inquirenti che indagano sulla morte di un 13enne di Gargnano, caduto giovedì dalla finestra di casa. La pista è una gang di bulli che, già la settimana prima che il ragazzino partisse per le vacanze, lo aveva aggredito sia verbalmente che fisicamente. Un'aggressione della quale non esiste traccia in denunce o informative, ma di cui qualcuno avrebbe riferito ai militari dell'Arma. La procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, passato poi al tribunale dei minori di Napoli.
Di questi messaggi, e del turbamento che ne è derivato, il ragazzo ne avrebbe anche parlato alla fidanzatina. Si lavora quindi per identificare gli autori dei messaggi, che potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati nelle prossime ore. Intanto la salma del ragazzo è ancora sotto sequestro in attesa che venga eseguita l'autopsia.
Una sedia vicino alla finestra, la zanzariera tolta e un cavo dell'antenna della tv tranciato avevano fatto pensare in un primo momento a un tragico incidente, e cioè che il 13enne si fosse sporto troppo nel tentativo di aggiustare il cavo della tv, perdendo l'equilibrio e cadendo. Invece, forse quel cavo spezzato è stato l’ultima speranza di salvarsi del giovane, che potrebbe essersi disperatamente aggrappato prima della caduta a terra. Il sequestro del telefonino del ragazzo, eseguito come da prassi, ha invece rivelato uno scenario diverso e inaspettato. Figlio unico di una legale e di un insegnante, la famiglia è nella disperazione più nera.
Sommario:
La chat segreta
“Devi ucciderti”. Minacce, insulti e perfino inviti al suicidio tra i messaggi trovati dagli investigatori sullo smartphone del 13enne caduto dal palazzo di casa a Gragnano, nel Napoletano. Il ragazzino è precipitato dalla finestra del suo appartamento al quarto piano di uno stabile di via Lamma. Un volo di 15 metri e poi il terribile schianto a terra.
A fargli prendere la decisione di togliersi la vita potrebbero essere stati proprio quei messaggi inquietanti. Il telefonino è stato posto sotto sequestro dai carabinieri dopo il drammatico episodio. Le indagini, condotte dalla procura di Torre Annunziata e dai militari dell'Arma della stazione di Gragnano, si concentrano su una ipotesi di istigazione al suicidio e starebbero facendo emergere un quadro inquietante dietro il decesso del 13enne.
Inizialmente sembrava si trattasse di un incidente – si pensava a una caduta accidentale mentre il ragazzino sistemava l’antenna Tv – ma nelle ore successive la pista è cambiata. I carabinieri avrebbero trovato una chat dai contenuti inquietanti sul cellulare del ragazzo: la procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, che nelle prossime ore passerà al tribunale dei minori di Napoli.
Vessazioni e minacce
Il cellulare del ragazzino è stato sequestrato e all'interno gli investigatori hanno già trovato riscontri alle ipotesi investigative di una persecuzione a cui il ragazzino era vittima da alcuni mesi. Il 13enne, quindi, non solo conosceva quei ragazzi, forse di un paese vicino al suo, ma era stato anche vittima di vessazioni e minacce dure da digerire per un ragazzino.
In particolare, in un messaggio c'era addirittura l'invito a suicidarsi, a lanciarsi già dal balcone, come poi è tragicamente avvenuto. All'inizio si ipotizzava che fosse affacciato al balcone per riparare il filo di un'antenna, in realtà, forse a quel filo si sarebbe aggrappato per non cadere nel vuoto. Un volo fatale di 15 metri. I pm della Procura di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso e Giuliana Moccia, sono pronti a trasferire il fascicolo al pm della procura dei Minori.
Gang di bulli: i primi indizi
Stando a quanto trapela dalle prime indiscrezioni sul caso, sarebbero già stati individuati i primi autori dei messaggi, alcuni dei quali sarebbero minori, tanto che della vicenda sarebbe stata interessata anche la procura. Nel frattempo, si resta in attesa di conoscere la decisione degli inquirenti in merito all'effettuazione o meno dell'autopsia: il corpo del ragazzino resta sotto sequestro nell'obitorio di Castellammare di Stabia, a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Solo dopo avere sciolto i nodi legati all’autopsia, sarà possibile effettuare i funerali: giorno nel quale – come ha già annunciato il sindaco di Gragnano, Nello D'Auria – l'amministrazione comunale proclamerà il lutto cittadino.