
Dolce e Gabbana occupano le strade con Victoria De Angelis al dj set. E Donatella Versace torna al mito del fratello Gianni: "Pura creatività".
Riaffermano la loro identità attraverso unità minime le maison che sfilano in questa settimana della moda milanese. Le passerelle si trasformano in un recupero di forme e motivi in chiave avanguardista, quasi a voler districare un filo tra il passato e l’esigenza di trovare una nuova traiettoria. In un momento di generale difficoltà del settore, i brand sembrano dire che la crisi può trasformarsi in svolta solo con il giusto lavoro di reinterpretazione di quei codici estetici che li hanno resi ciò che sono. Un’ermeneutica che si coglie anche nei dettagli.
Lo fa Versace che – mentre le voci di una possibile vendita continuano a serpeggiare e rincorrersi tra una passerella e l’altra – presenta una collezione che grida l’inconfondibilità del marchio. Su un defilé di 150 metri all’interno di un deposito di tram milanesi lo show è un inno di personalità. I motivi neoclassici che incrociano il barocco delle teste di meduse affiorano sul nero. È il mito di Versace. Volumi materici e piumini con il pattern del marchio si trasformano in gonne e abiti.
Il rimando è al design di interni delle residenze di Gianni, l’amato fratello di Donatella i cui lavori, secondo la stilista, rappresenteranno sempre il dna della maison, mentre i bustini rigidi e le gonne strutturate sono un omaggio ai suoi costumi per il balletto. Abiti da scena in pizzo, seta e velluto per la sera. "Il mio team – spiega la designer – ha lavorato duramente per realizzare qualcosa di speciale e memorabile". Una collezione che "è pura creatività, alla massima potenza: libera e senza filtri".
Torna su un modello minimo e essenziale anche Adrian Appiolaza, il direttore creativo di Moschino, che apre il suo show con il “mannequin” disegnato da Franco nel 1992. Un abito non finito “cucito addosso”, che celebra la sartorialità nella sua accezione più concreta.
Un lavoro materiale, che vuole essere antidoto all’immaterialità dello storytelling, è invece quello messo in scena da Alberto Caliri, che debutta come direttore creativo di Missoni. La collezione presentata in uno spazio industriale in Bovisa è un ricercato recupero degli elementi meno noti del brand. La scala cromatica non si ferma così alle fantasie multicolore degli anni Ottanta, ma scava alla ricerca dell’essenza che si traduce in una ricerca di equilibrio tra maschile e femminile.
Il maglione o la camicia diventano miniabito, il cardigan preso in prestito dal guardaroba di lui è indossato senza troppo indugiare su un altro maglione, e sulla camicia, con la sciarpa o il foulard. Gambe nude in stivaletti maschili. Una palette dai toni terrosi e caldi, tocchi di luce e avvolgente lana, cashmere, seta per i materiali.
Il quinto giorno di passerelle ha poi visto uno show che è un inno al corpo, per tramite del Tanztheater di Pina Bausch e indietro fino agli anni Venti. Lo mette in scena Ferragamo, con il suo direttore creativo Maximilian Davis, che fa rivivere l’espressionismo tedesco su un tappeto di rose rosse. Oggetti quotidiani reinterpretati in chiave surrealista, disturbante, perché "è come infondere una sottile inquietudine in ciò che è familiare’", dice Davis. Capi che intessono un dialogo costante tra libertà e controllo, passione e romanticismo. Pizzo, seta, pellicce. Pelle e satin. Trench fluidi stretti sul corpo, cashmere morbido accostato alle pelli lucide, piume che si appiattiscono e papaveri che pendono da steli che sembrano nastri.
Dolce e Gabbana punta invece su uno street-show. Sul finale le modelle lasciano le sale del Metropol, dove Naomi Campbell siede in front row, e sfilano in strada, in viale Piave. All’esterno è la bassista dei Maneskin, Victoria De Angelis, a intrattenere la folla con un dj set. Per Domenico Dolce e Stefano Gabbana la sfilata vuole essere quantomai al passo con i tempi. A sfilare sono le “cool girls”, da Vittoria Ceretti a Hailey Bieber. Una collezione che è un universo sfaccettato e gioca sulle stratificazioni e sulle proporzioni. Ora mini ora maxi, ora large ora stretto. Tessuti che vanno dalla pelle al denim. Sottovesti con stivali e giacche maschili. Uno show che vuole invertire il punto di vista: la moda la fa anche chi la indossa.