"La mia musa? Mia madre, mia icona di stile. Infatti, sono quello che sono per l’educazione che mi ha dato, lei è una donna molto elegante che suona la chitarra da terra Koto, indossa alla perfezione il kimono ed è una calligrafa perfetta. Tutte cose che mi ha insegnato e che tengo nel cuore". Così esordisce Satoshi Kuwata, direttore creativo del brand che ha fondato e che si chiama ’Setchu’, che presenta a Pitti 107 la sua prima collezione come Guest Designer chiamato per esplorare ancora una volta i più bei confini dello stile, partendo dal Giappone dove è nato passando per le tante città del mondo dove è vissuto, Londra, Parigi, New York e arrivare oggi a Milano dove vive.
Un uomo interessante, Kuwata, riservato con quella grazia che solo i giapponesi possiedono, vincitore nel 2023 di due premi prestigiosi come il Camera Nazionale della Moda Italiana Fashion Trust Grant per designer indipendenti e il LVMH Prize for Young Fashion Designer 2023. "Sono onorato ed emozionato di presentare a Pitti Uomo il primo fashion show di Setchu – dice Satoshi Kuwata – e non vedo l’ora di svelare la mai collezione a un pubblico così competente. Lavorerò sui concetti di versatilità, senza tempo, artigianalità e funzionalità che sono per me così significativi nel creare qualcosa di veramente speciale. Sono profondamente grato a tutto il team di Pitti Immagine per questa opportunità".
Una prova attesa da stampa e buyer internazionali perché anche stavolta potrebbe ripetere il ’miracolo’ di Pitti Uomo che spesso lancia nuove stelle nel firmamento dello stile. "Oggi continuiamo a esplorare l’universo dei creativi giapponesi, una passione costante per noi di Pitti Immagine – dice Lapo Cianchi, direttore comunicazione & eventi dell’azienda che organizza il salone maschile internazionale – e promuoviamo una nuova generazione di designer che hanno una visione originale nell’abbigliamento maschile, nei territori di confine tra arte, moda e alta sartorialità",
Già dal nome del brand Setchu si comprende dove andremo a parare con il defilè di giovedì 16 con un evento su invito: Whayo Setchu in giapponese significa compromesso tra cultura nipponica e occidentale, dunque confronto di sensibilità e cultura, mai tanto importante da approcciare oggi nel mondo della creatività. E Satoshi Kawata ha tutta la preparazione per uno show che si annuncia di fusione con capi reinterpretati con una tecnica che guarda gli origami e parte dai kimono, pezzi durevoli per affrontare il viaggio della vita, per uno stile che dura anche come filosofia, con un approccio unisex. Forme minimali per pensieri profondi, primo su tutti quello che riguarda il termine ’mottainai’ che significa ’che spreco!’ input nella moda nuova di Setchu che punta al riutilizzo, alla riduzione, al rammarico per gli eccessi nell’armadio. Modernissimo in questo Satoshi Kuwata che ha lavorato con molti designers internazionali, per Givenchy, Erdem, Kanye West e Gareth Pugh e che si è formato a Londra dai sarti di Savile Row in particolare da H. Huntsman and Sons.