Roma, 29 giugno 2015 - ANOUK AIMÉE nelle scene al night de “La Dolce Vita” indossa un tubino nero e occhiali scurissimi. Sembra una scena di oggi, in disco e sulle passerelle specie quelle di Domenico Dolce e Stefano Gabbana che non hanno mai nascosto la loro passione per il neorealismo e per i personaggi di Federico Fellini: dal catalogo scattato nel 1992 da Steven Meisel con Monica Bellucci e Isabella Rossellini alle maggiorate del 2012 fino all’omaggio a Satyricon del 2013, film che gli stilisti hanno restaurato. Non sfugge alle regole dell’attualità che attinge al vintage e alla memoria neanche il ricordo di Marcello Mastroianni, protagonista del celebre film che ha sdoganato lo spogliarello con il mitico bagno a Fontana di Trevi della burrosa Anita Ekberg, col completo che il regista principe dell’onirico volle aderente al corpo, slim si direbbe oggi, come quelli riproposti da Hedi Slimane e da tanti altri creativi.
Stessa metrica felliniana per Etro con Kean Etro che racconta: «Le mie passerelle scivolo sono ispirate alle montagne russe di Fellini», per Angelo Marani coi tailleur dalla gonna aderente, per Franco Moschino che nel 1988 ideò la sfilata Gran Parade ispirata al circo, per Francesco Scognamiglio che per l’abito con 5 seni per Lady Gaga si è certamente ispirato alla Lupa capitolina interpretata da Donyale Luna per “Roma”. Poi i tabarri di “Amarcord” rilanciati recentemente da Ermanno Scervino. Per non dire di Jean Paul Gaultier, del suo amore per le righe marinare e per tutto quanto fa “Amarcord” e l’ossessione per i corsetti che lo accomuna al grande Federico mai sazio di esaltare decolletè e lati B.
BELLISSIME storie di vita e di passione, di radici e di coté mondani, per il cinema e per rendere eterna l’eleganza dei costumi dei film, per i sogni e il surreale di Fellini e alla Fellini, raccontate da Gianluca Lo Vetro, giornalista e docente di Attualità della Moda all’Università di Bologna, negli otto capitoli e mezzo di “Fellini e la Moda, percorsi di stile da Casanova a Lady Gaga” (Bruno Mondadori, 142 pagine e un carnet di disegni e foto, 18 euro), con ricco apparato di notizie inedite, curiosità colte, ossessioni, e un vocabolario di stili e stilemi dalla A alla Z battezzato “Modyricon”.
Una ricerca lunga e non facile questa di Gianluca Lo Vetro, che riesce a definire il volto “re-lista” dell’immenso riminese, regista e stilista, di se stesso (il Borsalino sempre in testa per camuffare la calvizie, la sciarpa rossa simbolo di potere con la quale è stato sepolto, gli occhiali-terzo occhio per guardare con un filtro disincantato il mondo) e creatore degli abiti e degli accessori e perfino del trucco e parrucco di tutti i suoi film.
A UN primo esame parrebbe dissacrante l’analisi di Fellini stilista e lui stesso icona di stile. E invece no, dallo studio di Lo Vetro appare chiara la sua grandezza di idee, il suo essere un visionario della società anche attraverso i vestiti, la sua vicinanza ideale a immensi creatori come Balenciaga dal quale riprese un abito da sacco per “La Dolce Vita” o le Sorelle Fontana col famoso Pretino cucito da Renato Balestra, che allora lavorava nell’atelier delle tre sorelle che vestivano la Hollywood sul Tevere. «Fellini disegna come uno stilista tutti gli abiti, gli accessori e i dettagli fisici dei suoi personaggi - racconta Gianluca Lo Vetro - e da qui è nata l’idea del libro. La prima esperienza di Fellini costumista/stilista risale all’adolescenza quando schizza una caricatura della cassiera del cinema Fulgor di Rimini e la fa vestire da sua cugina Elsa, sarta di professione, come una bambola di carta».
Poi verrà Sandra Milo per “8 e mezzo”, pavoncella in altalena con testa piccola, piume e sedere abbondante, la sua donna ideale. Lontana anni luce dall’adorata Giulietta Masina con la mantellina vintage de “La Strada” e i capelli imborotalcati, nella vita sempre perfetta e pettinatissima, con cappottini bon ton e tante stole di pelliccia che il marito le comprava dalle “sorelline” Fendi.
«FURONO 1500 i costumi per il Casanova e 600 le parrucche di cui una alta 1,40 per 12 kg - conclude Lo Vetro -. Solo per Donald Sutherland si crearono 40 abiti, 10 acconciature, 300 menti e 126 trucchi per simulare l’invecchiamento. Ma Fellini ha anticipato tante tendenze come quella delle scarpe da ginnastica con lo smoking, come quelle di Roberto Benigni ne “La voce della luna”. Ormai sneakers-smoking sono un classico, partito da un: ciak si gira!