Milano, 16 giugno 2024 – Evasione necessaria. Nella Natura, nella sua bellezza infinita, nella pace che trasmette alla nostra anima, nella libertà bandiera di intelligenza. Un orizzonte che non ha confini come la corsa dei cavalli sulla battigia che riempie le pareti della sfilata uomo per l’estate 2025 di Emporio Armani al Teatro di via Bergognone, nel magnifico spazio disegnato da un altro genio pari a quello di Giorgio Armani come l’architetto giapponese Tadao Ando. Un momento di grazia questo per il grande stilista, alla vigilia di un compleanno splendente come i suoi prossimi 90 anni che lo vedono presente e attivo più che mai. Giusto e generoso nel presentarsi a fine passerella tra gli applausi insieme a sua nipote Silvana Armani e al suo più stretto collaboratore Leo Dell’Orco che collaborano con lui alle collezioni maschili.
Prima del defilé davanti al Teatro di via Bergognone centinaia di fans urlanti hanno aspettato l’arrivo di Jackson Yee, cantante, ballerino e attore che è Emporio Armani Global Ambassador e poi applaudito altri ospiti come Cat Burns, cantautrice inglese doppio disco di platino col singolo “Go”, Tananai, Biondo, Caterina Ferioli, Giuseppe Spata, Hael Husaini cantante malesiano, Tomas Machac tennista ceco, un gruppo di giganti dell’NBA. Tutti personaggi chiamati dall’altra nipote del grande stilista Roberta Armani che da sempre cura il settore delle celebrities.
“Liberi nella Natura”, il titolo del defilé, tutto nelle tinte dei campi di grano, dei prati verdi, dei boschi, delle sabbie, delle rocce, dei fiori dalla lavanda alla buganvillea. Con la corsa sfrenata e gioiosa dei cavalli sull’acqua del mare come a dare il ritmo alla sfilata, incantando gli occhi degli ospiti del defilé arrivati a Milano Fashion Week dal mondo. Questa collezione porta l’uomo Emporio Armani fuori dal suo usuale habitat metropolitano per condurlo a cavallo attraverso declivi assolati, distese di lavanda, campi di grano a perdita d’occhio, pervaso da un senso di travolgente indipendenza. Al galoppo, ritrova la libertà di vivere in contatto con gli elementi e abbandonare le durezze dell’essere e del vestire cittadino per esplorare una morbidezza e una sensualità fresche e avvolgenti.
Colori: organici, pastosi, illuminati e consumati dal sole, mescolati in sinfonie di toni di grano, sabbia, fieno, gesso, accesi da note viola di lavanda e rosa fucsia di buganvillea. Sono le lane leggerissime mescolate alla seta e poi i lini e le canape dalla mano intensa, ma anche le pelli scamosciate, le reti, il bull denim forato ad arte e il cady liquido a dare consistenza a un guardaroba fatto di capi impalpabili dai volumi aerei. Giacche più lunghe del solito, morbide e dritte, le spalle morbidamente scese ma senza eccessi, camicie e molti gilet portati sulla pelle nuda, maglieria come un soffio di vento, sacche e borsoni tempo libero. Pantaloni dentro gli stivali, ampi, ripresi in fondo e lasciati liberi di fluttuare nell’aria con doppie e profonde pences che partono dalla vita con una fascia comoda che la avvolge, bretelle come quelle che portavano i contadini nel dì di festa. Tanta la pelle scamosciata, per bermuda e giacche-camicia. In mano la borsa da buttero o la cesta di paglia piena di mazzi di lavanda odorosa. Gran finale con lui in pantaloncini di pelle neri o marroni, petto nudo solcato da bretelle di cuoio naturale, cappello di paglia e sporte fiorite e lei sotto al braccio, elegantissima con tanto di cappelli couture, in abiti impalpabili di chiffon fioriti.