Parigi, 27 gennaio 2025 – Alice passeggia nel suo giardino incantato. Accompagnata dalle sue Meraviglie in un viaggio stupefacente e romantico, di una bellezza intatta e straordinaria, un viaggio nel tempo della moda dei secoli passati reinterpretandone le forme all’oggi perché “il tempo della moda non ha confini” come spiega Maria Grazia Chiuri al termine di una sfilata entusiasmante per eleganza, ricca di echi ma senza nessuna nostalgia, per l’estate 2025 di un’haute couture per la maison Dior di cui è direttrice creativa e che ha pochi rivali. Una lezione di bravura che non sorprende chi conosce fin dagli inizi Maria Grazia che ha saputo attraversare a testa alta e con impegno massimo e bravura eccelsa tutte le fasi della sua importante carriera nel fashion, una prova d’autore che apre alla grandissima queste poche ma intense giornate parigine dell’Haute Couture per la primavera-estate 2025.
Un giardino incantato che si staglia sulle immense pareti del Museo Rodin, con gli animali fantasiosi e i fiori che danzano con loro in intrecci amorosi disegnati dall’artista indiana Rithika Merchant e ricamati in maniera stupefacente a Mumbai nell’atelier Chanakya diretto dalla mitica Karishma Swali, da anni collaboratrice appassionata del lavoro di Chiuri da Dior.
“Da un anno sto ristudiando le forme della moda – racconta Maria Grazia Chiuri accolta a fine defilé da una ovazione di applausi e ‘Brava!’ – che caratterizzano i vari secoli, de-costruendo per ricostruire la propria forma. Un esercizio importante anche perché le clienti dell’alta moda amano costruire la forma più adatta al loro corpo. In questa collezione ho sperimentato fili di lana e oro, pizzo di rafia, fiori delicati di organza e ricami tridimensionali. E perfino il cotone bianco così semplice e eppure tanto haute couture eccelsa e dall’uso inaspettato. Ci sono tanti corsetti anche di bambù, tanti panier, tante crinoline che si possono chiudere a libro, marsine napoleoniche e calzature delicate. La cliente alta moda è aperta al sogno e vuole cose uniche e personali, non hanno pregiudizi”.
La direttrice creativa spiega che le signore che vestono haute couture in tutto il mondo vogliono essere “aiutate a costruire il proprio film come se si rivolgessero ad una grande sartoria teatrale”. Non manca il graffio punk di Chiuri con le modelle deliziose in acconciature di piume o di fiori secchi neri che si stagliano sulle trecce raccolte sulla nuca: una visione attraentissima e quanto mai moderna e perfino divertente. Attaccate alle crinoline trasparenti e aeree ci sono farfalle di organza, lumachine, fiori e tutta l’allure del giardino dei sogni di ognuno di noi. Così la fragilità in Dior diventa forza anche se per la stilista “la moda è uno spazio di moduli dove poter giocare come con il Lego”. E Maria Grazia confessa di giocare spesso come un bambino facendo il suo lavoro in atelier, isolata dal resto del mondo ma felice di coltivare spesso “il non senso” dell’infanzia.
Se poi le domandi cosa prova a vestire donne famose, come la principessa Beatrice Borromeo o Melania Trump, risponde che la scelta del Gruppo LVMH è vestire tutte queste donne che acquistano liberamente i vestiti che poi indossano e “sono felice che ogni donna possa trovare il suo abito Dior”. Ma aggiunge che si diverte molto a vestire le persone che conosce bene come Lorenzo Javanotti o Bebe Vio “perché con loro ho empatia”.