Mercoledì 15 Gennaio 2025
REDAZIONE MODA

Sentimento e creatività. Pitti piazza globale per relazioni decisive

di Antonio Cristaudo* "Hey You, Pitti Man!": mi accade di sentirmi chiamare così, riconosciuto a Ginza (Tokyo) o nel Marais parigino. Se...

di Antonio Cristaudo* "Hey You, Pitti Man!": mi accade di sentirmi chiamare così, riconosciuto a Ginza (Tokyo) o nel Marais parigino. Se...

di Antonio Cristaudo* "Hey You, Pitti Man!": mi accade di sentirmi chiamare così, riconosciuto a Ginza (Tokyo) o nel Marais parigino. Se...

di Antonio

Cristaudo*

"Hey You, Pitti Man!": mi accade di sentirmi chiamare così, riconosciuto a Ginza (Tokyo) o nel Marais parigino. Se guardo a un percorso lungo 30 anni, ci vedo un mix di passione e inclinazione, studio e attitudine. Ho avuto la fortuna di amare la moda negli anni ’80, formandomi sulla cultura dell’immagine di ’Per Lui’ e ’L’Uomo Vogue’, tra scatti di Bruce Weber e nuovo denim. Così ho impostato il mio shopping di ricerca, passando da maison giapponesi a nomi sconosciuti e prodotti unici. Il mio è un mestiere singolare: mi sento un buyer tra i buyer. È con l’autorità di Pitti Immagine che in tutto il mondo seleziono giovani designer in erba o brand affermati per invitarli a Firenze.

La mia agenda di scouting è organizzata senza preconcetti, non sempre secondo le date ufficiali delle sfilate. Attraversando una metropoli mi stupiscono l’offerta merceologica e le strategie distributive di concept store e boutique di nicchia. Ma anche i piccoli tesori scovati in showroom o fiere, inclusi gli outfit delle persone. Trovo il contatto personale più efficace di una cartella stampa. I viaggi sono decisivi per il network di relazioni che generano, un circuito parallelo d’informazione. Per gli addetti ai lavori non è derogabile il confronto con altre fasce d’interlocutori: stilisti, imprenditori, buyer e trendsetter. Oltre agli appuntamenti connessi alla moda, non trascuro eventi d’impatto sull’evoluzione del lifestyle, vedi la Biennale di Venezia. Spazi liberi per scambiare opinioni.

All’interno di questa realtà composita i miei luoghi di riferimento sono Berlino, Copenaghen e Parigi. Ma anche Tokyo e Seoul, Shanghai e Hong Kong. Un coacervo di climi da registrare, un ambiente adatto a stringere accordi e collaborazioni, come la recente partnership insieme a Lane Crawford Hong Kong. Il Giappone si conferma costante fucina di suggestioni. Così è nato il progetto sulla moda uomo con Isetan, la catena giapponese di luxury department store. Pitti Uomo è l’unica fiera in grado di proporre una gamma tanto ampia e diversificata di collaborazioni internazionali.

In questa edizione 107 vedremo progetti come ’Wasted by Potato Head’: un’idea di ricerca applicata alla sostenibilità. E poi la nuova edizione di Scandinavian Manifesto con le sue capsule sofisticate, accanto all’eccellenza dei progetti nipponici. Se J Quality vanta la curatela prestigiosa di Mr.Hirofumi Kurino, Japan Leather Showroom esalta la pura artigianalità su accessori eco-sostenibili. Nella moda vedo un’antenna di frequenze e un fattore di crescita. Ho scelto di lavorare a Pitti Immagine per avere la libertà di cambiare visuale ed esprimere i desideri dell’uomo che evolve. Per questo il salone si rimodella su una mappa ragionata che include sentimento e creatività, un ambiente aperto a relazioni serie, opportunità di business e input alla curiosità di chi osserva.

*Direttore commerciale e sviluppo

di Pitti Immagine