di Eva Desiderio
Omaggio al Giappone e alla sua grande tradizione per il denim originale, robusto, blu scuro, cimosato, tessuto per grandi intenditori. Il tributo arriva da Roy Roger’s il marchio storico del primo jeans italiano che ha 73 anni di successo che nello stand a Pitti Uomo presenta da oggi ’Roy Roger’s Made in Japan’, una capsule collection composta da 3 pezzi realizzati interamente in Giappone: giubbotto e jeans 5 tasche in denim rigorosamente cimosato e felpa in 100% cotone.
"Il denim utilizzato proviene dalla regione di Bingo, situata nel distretto di Fukuyama, nella prefettura di Hiroshima – racconta Guido Biondi, direttore creativo del brand di famiglia – Quest’area è storicamente conosciuta per essere il cuore della produzione di denim giapponese, con circa l’80% del denim del Giappone. Il processo di tessitura avviene in un’area che vanta una lunga tradizione nell’industria tessile e il denim che ne nasce è un esempio di qualità e artigianalità. Per questo ho fortemente voluto questi pezzi e li ho portati in stand al salone".
Le aziende coinvolte nella produzione del denim Roy Roger’s Made in Japan sono alcune delle più storiche del Paese. Il tessuto è di Kurabo, prima azienda giapponese a produrre denim a partire dal 1973 mentre la tessitura è di una storica azienda della regione di Bingo, che vanta una tradizione di oltre 117 anni iniziata con la produzione di kimono e successivamente specializzatasi nel denim. "Il denim utilizzato per Roy Roger’s Made in Japan è definito ’loom-state’ cioè il tessuto non viene sottoposto a nessun finissaggio dopo il processo di tessitura – aggiunge lo stesso Biondi –. L’irregolarità e la torsione tipiche del tessuto creano un’immagine vintage fedele ai jeans di inizio secolo".
Ma le novità per Roy Roger’s, marchio che appartiene al Gruppo Manifatture 7 Bell presieduto da Patrizia Biondi, non finiscono qui. "Abbiamo ancora una sorpresa per i nostri clienti – spiega Niccolò Biondi, amministratore delegato di Roy Roger’s – ed è quella della nascita di un nuovo marchio Roy Roger’s Workwear che lanceremo al salone Welcome a Parigi durante le giornate delle sfilate maschili in riva alla Senna a fine mese. In fondo noi siamo nati col workwear con mio nonno Francesco e ora che tutto il fashion ha riscoperto gli indumenti da lavoro, compresi i gruppi del lusso, ci è parso naturale rieditare alcuni pezzi del nostro Archivio. Questa è anche l’evoluzione del progetto che portiamo avanti da tre stagioni con Dave’s NY. Insomma, questa attenzione all’abbigliamento da lavoro per lui ma anche per lei perché tendiamo a capi genderless, è la nostra nuova strategia che parte anche dall’attenzione che ci riservano i grandi magazzini americani di fama".
Oltre a questi progetti continua l’impegno stilistico di Guido Biondi e commerciale di suo fratello Niccolò Biondi per gli altri marchi che sono President, che punta all’esclusività anche artigianale del vestire, e Amish dedicato al pubblico giovanile.