Donne ribelli, donne che hanno lasciato un segno nella storia con il loro essere sovversive. Ed ecco che un'altra “eroina” contemporanea si appresta a balzare in cima alla classifica delle più amate. Questo del 2023 sarà l'autunno di “Lee” Miller, ovvero di Lady Penrose (Poughkeepsie, 23 aprile 1907 – Chiddingly, 21 luglio 1977), nota fotografa, fotoreporter durante la Seconda Guerra Mondiale, musa di Man Ray e Pablo Picasso e modella statunitense. La sua figura verrà celebrata dal film “Lee”, diretto da Ellen Kuras con Kate Winslet nel ruolo della protagonista e anche dalla mostra “Lee” Miller: Dressed” che aprirà il 14 ottobre al Brighton Museum di Londra, per restare aperta fino al 18 febbraio.
Il film dedicato alla Miller con Kate Winslet
Con Picasso e Man Ray come amici, scattava foto di guerra devastanti e si vestiva in modo “oltraggioso”: “Lee” Miller era una ribelle. In una scena del film di Ellen Kuras, tratto da "Le Vite di Lee Miller" - la biografia che nel 1985 le dedicò il figlio Antony Penrose - si vede la Winslet sdraiata in un costume da bagno a due pezzi, che dieci anni dopo sarebbe stato chiamato bikini. Siamo negli anni '30, quel costume era considerato “scandaloso”, ma dimostrava come la fotografa amasse sfidare le convenzioni. Affascinante e bella, nel corso di una carriera di oltre tre decenni entrò in contatto con una cerchia di illustri personalità, molte delle quali divennero soggetti dei suoi ritratti, come Pablo Picasso, Max Ernst, Fred Astaire, Colette, Maurice Chevalier e Marlene Dietrich. Ora, finalmente, la Miller emerge dall'associazione con queste illustri personalità per trovare uno spazio tutto suo, per essere, giustamente, lodata per le sue immagini coraggiose e senza compromessi della fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma Miller occupa un posto importante anche nella storia della moda e della fotografia di moda. «È diventata così famosa per le immagini di guerra che gli aspetti legati alla moda vengono trascurati», dice sua nipote Ami Bouhassane, che è anche direttrice di Farleys, la casa del Sussex in cui Miller ha vissuto dalla fine degli anni '40 in poi. Romy Cockx, curatrice della recente mostra “Man Ray and Fashion” al Momu di Anversa, afferma che la Miller ha influenzato l'immaginario della moda di Man Ray: «Da un lato lei faceva la modella e dall’altro lui stava imparando da lei a diventare fotografo. Penso che l'interazione di questi elementi lo rendesse a volte come un dialogo tra loro». Quando scoppiò la guerra nel 1939 Miller era una fotografa affermata e lavorava per Vogue. Proprio a questa fase della sua carriera, in cui comunque «il suo occhio per la moda era così acuto» - afferma il costumista di Lee Michael O'Connor -, è dedicato il film in uscita questo autunno.
Le mostre rivelano il lato “scandaloso” del suo abbigliamento e i libri aprono uno spiraglio sui momenti più belli dell'amore con Roland Penrose
Il bikini già citato, insieme ad altri capi del guardaroba di Miller, è stato scoperto nella soffitta della sua vecchia casa e sarà esposto insieme ad altri vestiti per la prima volta a Londra dal 14 ottobre 2023 al 18 febbraio 2024. “Lee Miller: Dressed” è, infatti, la mostra che aprirà al Brighton Museum, offrendo una prospettiva sulla moda, sulla vita e sul lavoro della modella e fotografa americana. Fra i capi in esposizione, ci saranno un abito rosso, probabilmente creato dalla stilista italiana Elsa Schiaparelli, il famoso bikini e l'uniforme di guerra di Miller. Martin Pel, il curatore, afferma che i pezzi raccontano la storia della vita di Miller e della ribellione contro le norme. Il bikini – datato 1937 – ne è un esempio emblematico. Ha preceduto la moda di circa un decennio. «E' stato scandaloso, davvero incredibilmente audace, indossarlo 10 anni prima (che fosse lanciato, ndr)», dice Pel. La Miller indossava anche i pantaloni da cavallerizza, quando i pantaloni non erano indossati dalle donne, e prestò una pelliccia nera a suo fratello John, che a volte indossava abiti da donna. Anche questi capi saranno presenti nella mostra. «Non le importava davvero cosa pensava la gente», aggiunge Pel. «Lee viveva assolutamente alle sue condizioni». Che forza che sottende questa affermazione, in un'epoca in cui le donne sono determinate a minare alle basi le società e gli stereotipi patriarcali e maschilisti! Le altre esposizioni dedicate alle Miller saranno una in Italia, nella Palazzina di Caccia di Stupinigi, a Nichelino, in provincia di Torino, aperta fino al 7 gennaio 2024, dal titolo “Lee Miller: Photographer & Surrealist”: un'esposizione che ripercorre la vicenda umana e professionale di Lee Miller, ponendo l’attenzione sullo sguardo surrealista della fotografa che diventa tratto peculiare della sua poetica: surrealista sono, infatti, sia il suo modo di osservare, che il lessico fotografico da lei utilizzato, caratterizzato dall’uso di metafore, antitesi e paradossi visivi volti a rivelare la bellezza inconsueta della quotidianità. Mentre a New York la galleria Gagosian aprirà dall'11 novembre uno spiraglio sulla vita privata della Miller con la mostra "Seeing Is Believing: Lee Miller and Friends", centrata sul matrimonio con il pittore surrealista britannico, collezionista e biografo di Picasso, Roland Penrose. Oltre alle fotografie di Miller e Penrose, saranno presentati anche dipinti, sculture, fotografie e opere su carta di Joseph Cornell, Max Ernst, Dora Maar, Man Ray, Henry Moore, Valentine Penrose e Pablo Picasso, tutti artisti nella loro rete di frequentazioni. Infine i libri, tra questi spicca “Love Letters Bound in Gold Handcuffs”, uscito a luglio in Gran Bretagna e che uscirà a novembre negli Usa, che documenta in oltre 300 pagine di lettere la corrispondenza intima tra Roland e Lee agli inizi della loro intensa relazione e che presenta anche lavori di Lee Miller relativi ai suoi viaggi e al periodo vissuto in Egitto (1934-1939).