Dal 17 al 23 aprile a Milano va in scena la Design Week che, con il tema “Laboratorio Futuro”, quest’anno, porrà l’attenzione su sostenibilità, circular economy e rigenerazione urbana. Da sempre moda e design formano un connubio indissolubile, giocando su forme e volumi, indicando la via verso nuove idee di funzionalità e originalità, una costante “ricerca del bello” che, spesso, lascia un’impronta palpabile sulla società. Il progetto “Senza invito” curato da Repubblica del Design, nota associazione culturale nata nel 2019 che si pone come obiettivo la valorizzazione e la rigenerazione delle periferie di Milano, riafferma, ancora una volta, la necessità di interagire con il “mondo reale”. Ecco che creatività e collettività si intrecciano, dando vita a valori condivisi.
Senza invito: un racconto di circolarità a San Vittore
L’esposizione proposta negli spazi del Carcere di San Vittore (Piazza Gaetano Filangieri 2, Milano) è il frutto di un anno di lavoro del laboratorio di Economia Circolare della casa circondariale fondato da Ilaria Scauri e condotto da docenti di design dell’università Iuav di Venezia. Il fulcro della mostra è dare nuova vita a ciò che, comunemente, consideriamo “rifiuti” (impossibile non cogliere un triste parallelismo con la concezione che molti hanno dei carcerati), così bottiglie, cassette di frutta, cartone e altri “scarti” prodotti nel carcere stesso si trasformano in opere di design realizzate dai detenuti, oggetti che rispondono sia a esigenze quotidiane, sia alla necessità di dare vita ai desideri e creare nuove possibilità. «L'idea di aprire uno spazio inaccessibile alla città e di farlo nei giorni caotici (e spesso troppo frivoli) del Salone del Mobile - spiega Davide Crippa, ideatore della mostra - nasce per non fare solo una mostra di design, ma per costruire e condividere un racconto pluri-autoriale e multidisciplinare». La parola d’ordine, dunque, è “guardare oltre”. Ad arricchire il percorso dei visitatori, gli scatti fotografici di Marco Merati e la “lente interpretativa” dei ricercatori del Politecnico di Milano. L’esibizione sarà aperta fino al 23 aprile, per informazioni scrivere a [email protected].
Fuorisalone 2023: moda e design si incontrano
Tantissimi, come sempre, gli eventi che accompagnano la Design Week. Per chi ama la contaminazione moda-design, dal 18 al 23 aprile Giorgio Armani apre per la prima volta al pubblico le porte di Palazzo Orsini. Una location davvero d’eccezione, l’edificio storico situato in via Borgonuovo 11 fu realizzato nella metà del XVII dai Secco-Borella, poi completato dai marchesi Orsini, ed è oggi la sede della Giorgio Armani S.p.A.. Sarà possibile ammirare tutte le novità della collezione Armani/Casa. Ci si sposta in Triennale, precisamente nel Salone d’Onore di via Alemagna 6, per l’installazione dedicata al leggendario scarponcino Timberland che, quest’anno, festeggia il 50esimo anniversario. Per l’occasione, l’iconico Yellow Boot è stato reinterpretato con una prima versione in maglia. E’ un omaggio alla camicia e alla tradizione manifatturiera di Xacus, l’opera firmata da Matteo Cibic, realizzata con la collaborazione di Materica ed esposta nel Brera Store di Xacus in via Solferino 8. In piazza della Scala presso FENDI Casa Boutique, infine, protagonista la nuova collezione FENDI Casa che punta tutto sull’amore per le materie prime, sui dettagli della lavorazione e su una spiccata personalità. La collezione è stata realizzata sotto la direzione creativa di Silvia Venturini Fendi con il contributo di designer e architetti di fama internazionale.
In Triennale per una visita al Museo del Design italiano
Non è Milano Design Week senza una visita al Museo del Design Italiano, diretto da Marco Sammicheli. Gli spazi riaprono con una veste rinnovata. Il percorso espositivo ripercorre 100 anni di storia del design e celebra il centenario di Triennale Milano, dalla fondazione dell’istituzione nel 1923 come Biennale delle arti decorative a Monza, fino allo sviluppo delle ricerche tecnologiche, materiche e sociali che hanno trasformato l’identità, l’estetica e i tratti principali del design italiano. L’esposizione conta oltre 300 oggetti, ognuno con una storia da raccontare, in un linguaggio fatto di forme e colori.