Martedì 16 Luglio 2024

Installazioni d’arte: "L’opera di Comte parla di identità"

"Un momento che deve rimanere nella memoria, per questo non ci saranno preview. Sarà un momento d’arte, da...

Installazioni d’arte: "L’opera di Comte parla di identità"

Installazioni d’arte: "L’opera di Comte parla di identità"

di Eva Desiderio

"Un momento che deve rimanere nella memoria, per questo non ci saranno preview. Sarà un momento d’arte, da vivere fino in fondo", racconta Danilo Venturi da due anni Direttore della sede di Firenze di IED, Istituto Europeo di Design, parlando dell’evento che la scuola di moda, design e sperimentazioni contemporanee produrrà domani nell’ex Teatro dell’Oriuolo, il luogo del Settecento che il Comune ha restaurato e che IED ha preso in affitto come sede del dipartimento Arti Digitali e Visive.

Protagonista, perché mentor della scuola per questa iniziativa, Michel Comte artista contemporaneo ed uno dei fotografi di moda più importanti di tutti i tempi, che ha accolto l’invito di Danilo Venturi per coordinare il team di studenti e studentesse selezionati da tutte le undici sedi del Gruppo fra Italia, Spagna e Brasile. Comte con i giovani di IED ha progettato Identity, l’installazione che sarà presentata appunto domani in occasione di Pitti Uomo.

Direttore Venturi come è nato il progetto?

"Michel Comte è un nome enorme, non solo per la moda ma per la cultura contemporanea. Lo abbiamo contattato a Zurigo dove vive e fa l’artista, si interessa di grafica e di fotografia, fa il restauratore, insomma unisce in sé tanti aspetti multidisciplinari. Le nuove generazioni lo devono conoscere. È venuto a Firenze e ha incontrato gli studenti cominciando subito a lavorare al progetto dell’Oriuolo. Lo spazio così scarno ma di grande allure lo ha stregato".

Comte non è solo un fotografo. Quante figure professionali riunisce?

"Tante, perché esprime l’arte attraverso i diversi linguaggi che utilizza e ha utilizzato nella sua carriera. Fotografo scoperto da Karl Lagerfeld, filmmaker, foto-giornalista, oltre che per la sua aderenza ai temi culturali e sociali, l’impiego di materiali innovativi e per l’attenzione ai processi di upcycling".

Come sarà l’installazione?

"Non posso svelare nulla. Però Comte ha scelto il denim giapponese come simbolo di stile sostenibile e con questo tessuto guida questa sua curatela, con undici spazi di uguali dimensioni, quasi una piattaforma per un’opera d’arte collettiva. E la riflessione è sul tema dell’identità".

La moda è essa stessa espressione della nostra identità?

"Certamente. Internet e globalizzazione hanno dato vita ad una moltitudine di nuove appartenenze virtuali appiattendo il senso di identità delle persone. L’individuo non ha più un’identità o ne ha troppe. Anche la moda ha finito per diventare vittima di questo fenomeno: dovrebbe aiutarci ad indicare chi siamo e cosa rappresentiamo ma nella maggior parte dei casi è solo abbigliamento e decorazione. E invece deve esser una delle forme più significative d’espressione, sociale e personale".

Quanti sono gli studenti IED a Firenze?

"Sono 700 ogni anno, 60% italiani e 40% stranieri. Ied è presente con 11 sedi in tre Paesi. In Italia, IED opera attraverso la capogruppo che nel 2022 è stata trasformata in una società benefit con l’obiettivo di formalizzare il suo impatto positivo sulla società e sul pianeta. Ied è una scuola inclusiva e transdisciplinare. Ogni anno avvia progetti di innovazione in ambito formativo nelle discipline del design, della moda, della comunicazione e del management, delle arti visive, dell’arte e del Restauro. L’offerta formativa comprende corsi Undergraduate (Diplomi Accademici di I° Livello, Título Superior en Diseño, Diploma de Bacharelado, Diplomi BAH e Diplomi IED), Postgraduate (Master di Primo Livello e Master IED) e Corsi di Formazione Continua. IED può contare su una rete di oltre 3mila docenti, attivi nei rispettivi settori di riferimento, con cui collabora costantemente per assicurare il perfetto svolgimento delle attività di formazione delle sue sedi".

Chi sono i vertici della scuola?

"L’amministratore delegato è Francesco Gori, il direttore accademico Riccardo Balbo, entrambi molto preparati e fiduciosi per i nuovi progetti".

Con l’acquisizione dell’Oriuolo sono tre le sedi a Firenze nel giro di poche centinaia di metri in centro. Che superfici avete?

"Oltre 3100 mq tra la sede di via Bufalini, le quattro aule a Palazzo Pucci per 224 mq e nell’ex teatro 500 mq per aule e laboratori. La nostra è anche un’operazione di tipo urbanistico perché gli studenti sono nel cuore della città e la vivono, con un impatto positivo su Firenze"

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