Martedì 16 Luglio 2024
LAPO CIANCHI*
Moda

Grace, Silvia e Marine. Le signore di Pitti

Serre, talentuosa stilista francese, è la guest designer della kermesse Per il terzo anno consecutivo una donna prenderà parte all’evento

La prima volta che mettemmo piede in Stazione Leopolda – più di trent’anni fa… – fu come se fossimo entrati in un enorme negozio di ferramenta, con gli scaffali alti dieci metri pieni di materiale rotabile, di tutti i tipi, delle Ferrovie. Avevamo aperto un dialogo con Paul Smith, che all’epoca rappresentava l’anima classico-dandy della moda inglese (si contendeva il primato brit con il punk di Vivienne Westwood) e volevamo trovare uno spazio adatto a un suo show.

Insieme ai proprietari liberammo una navata e proponemmo a Paul di essere il primo a sfilare in quella imponente archeologia industriale. Di più: serviva una festa, l’occasione era speciale. Così con gli amici del Musicus Concentus cercammo un evento musicale per concludere la serata e trovammo la band di Maceo Parker, cioè la batteria di fiati che per anni aveva accompagnato James Brown e che in quel momento stava girando per l’Europa. Insomma, non eravamo più a Firenze, ma in un pier di Londra o di New York… o forse era soltanto la nostra voglia di rompere con la tradizione.

Sì, una voglia istintiva, ancor prima che una strategia di posizionamento, a cui avevamo peraltro già tributato due o tre progetti insoliti per le usuali cartoline fiorentine: Vivienne Westwood, appunto, nel giardino metafisico di Villa Gamberaia, e Jean Paul Gaultier, che aveva portato gli uomini in gonna nell’Aula Magna della Scuola di Guerra Aerea, mirabile architettura razionalista di fine anni Trenta. E c’era stata anche la sfilata in bicicletta di Romeo Gigli per le strade di San Niccolò – forse la cosa più romantica che abbiamo fatto in tutto questo tempo!

A proposito di bicicletta: ne sentirete parlare parecchio nelle prossime settimane, anche da parte nostra… Dicevo di Paul Smith: sarà stata quell’atmosfera o altro, ma lui è rimasto grande amico di Pitti e di Firenze e oggi torna con un evento multiplo a Villa Favard del Polimoda. Sono passati gli anni ma è sempre spiritoso, ironico, brillante e i giornalisti più cool lo aspettano come allora. Non solo lui però. Nel programma di Pitti, infatti, un brand conosciuto universalmente, già appartenente all’establishment internazionale, si affianca in genere a un/a giovane guest designer, un nome nuovo ma già affermato nei circoli giusti, in crescita sul mercato e apprezzato dalla critica, per portare l’energia creativa del presente. Così è Marine Serre, stilista francese di 33 anni.

A me preme dir questo: lei è un talento precoce – a soli 26 anni vinse il prestigioso LVMH Prize e subito dopo fece una serie di stage negli uffici stile di marchi famosi di gran moda – una donna sportiva e una persona attenta al proprio tempo, di cui vede luci e ombre. Ha gli occhi scuri e uno sguardo che ti si pianta addosso, che ti fa capire quanta determinazione e volontà ci siano in quella figura, solo apparentemente minuta. Ed è il terzo anno di seguito che per gli esordi di moda maschile invitiamo una donna: Grace Wales Bonner, Martine Rose e ora Marine… per non parlare di Silvia Venturini Fendi, che però, almeno per ora, fa un’altra corsa. Non so quale sia la morale, ma trovo i nteressante l’alta frequenza.

Lo show Serre è a Villa di Maiano, da dove si vede tutta Firenze. Qualche anno fa organizzammo lì un evento di grande energia e coinvolgimento con Hood by Air, un marchio dell’underground newyorchese appena fondato da Shayne Oliver con un gruppo di creativi di discipline diverse, riconducibili alla cultura black queer. Anche Oliver aveva vinto premi e anche lui fu conquistato dalla storia di Firenze. Adesso ha preso la direzione creativa di Jean Paul Gaultier, che abbiamo ricordato prima… Pitti Uomo a volte sembra un domino!

*Vice-direttore generale e Direttore Comunicazione & Eventi Speciali di Pitti Immagine