Dopo tante voci ora è arrivata la certezza: John Galliano lascia Maison Margiela dopo 10 anni di pura emozione, di rilancio strepitoso, di filosofia genderless (vera non posticcia), di moda a tutta purezza. E riparte così il toto poltrone della moda, che sembra non fermarsi mai: dove andrà Galliano? Chi lo sa, è così unico e bravo che potrebbe disegnare di tutto e di più. Juan Carlos Antonio Galliano-Guilléu (il cognome della madre), gitano dello stile più rivoluzionario del mondo, nato a Gibilterra 64 anni fa ma inglesissimo per aver studiato alla St.Martins Scool di Londra e aver vissuto a Londra stagioni fantastiche, lascia la casa di moda del Gruppo OTB di Renzo Rosso, l’imprenditore che ha ridato anima allo stilista dopo la sua cacciata di scena da Dior nel marzo 2011 (successe in seguito a un episodio di frasi antisemite pronunciate in un locale del Marais). Episodio increscioso certo ma anche delicato.
Renzo Rosso tre anni dopo lo chiama alla direzione creativa di Maison Margiela ed è stato come se un principe azzurro fosse arrivato a risvegliare la Bella Addormentata. Subito boom mediatico, subito passione profonda per i modaioli del mondo, critici di moda entusiasti e vendite che ricominciano a correre. Premiando il coraggio di Renzo Rosso nel richiamarlo sulla scena del fashion, dandogli completa mano libera fino a inventare il genderless, il capolavoro di Galliano.
Ora, dopo dieci anni di successi di un mito della moda come resuscitato, ecco l’addio. Senza nessuna polemica ma con molti grazie. “Lavorare con John è stata una delle esperienze più significative e impattanti della mia vita. Mi ha fatto da mentore e mi ha mostrato la sua visione, arricchendomi culturalmente e permettendomi di portare un po' di quella visione e cultura al resto del Gruppo – dice Renzo Rosso che non è uomo di molte parole – mi sento privilegiato ad aver lavorato con due leggende come Martin e John. Martin ha reso la Maison un riferimento e un'icona, John l'ha fatta diventare la couture house più all'avanguardia del mondo. Auguro al mio caro amico John il meglio di tutto e sono certo che ci saranno altri progetti di collaborazione in futuro”.
Riconoscenza dunque e sentire comune, due cose non facili da trovare nel mondo dello stile. Commovente il messaggio d’addio di John Galliano che nell’ultima sfilata di haute couture ha incantato tutti per l’energia ciclopica della sua moda che ha fatto ripensare molto ai suoi mitici anni in Dior. Lui forse oggi è lo stilista più grande del mondo, e la sua trasgressione è la più creativa.
La lettera d’addio
“Per ora voglio esprimere la mia immensa gratitudine. Continuo ad espiare e non smetterò mai di sognare. Gratitudine a Renzo Rosso che, invitandomi a ricoprire il ruolo di Direttore Artistico nella maison che Martin ha costruito, mi ha fatto il regalo più grande e prezioso, dandomi l'opportunità di ritrovare la mia voce creativa quando ero ormai senza voce – scrive John Galliano nella lettera d’addio – Le mie ali sono state riparate e, dieci anni dopo, sono per sempre grato per questo spazio sicuro in cui creare e per il suo sostegno incessante. Gratitudine alla mia famiglia di stilisti per questo momento creativo che mi ha salvato la vita e per il luogo che abbiamo costruito insieme; ai miei collaboratori, il cui sostegno è stato tenero e coraggioso e che hanno camminato con me lungo questo stretto sentiero verso il qui e ora. Gratitudine al mio atelier, il mio ‘A Team’, devoto nelle convinzioni e dedicato allo stile e alla tecnica. Siamo entusiasti dell'importanza della moda lenta ed etica e dell'influenza che ha su tutte le nostre collezioni. Gratitudine alle mie muse che ispirano tutto ciò che faccio. Siete la mia vita. Voglio celebrare le collezioni genderless che produciamo ora e il sostegno che hanno trovato, i film e gli spettacoli che abbiamo creato. Tutti mettono al centro la diversità, l'individualità, i diritti dei trans, i diritti dei queer, l'uguaglianza di genere sul posto di lavoro, l'antirazzismo e la difesa della salute mentale. Questo è il momento in cui la famiglia - l'industria della moda - dà il meglio di sé: quando ci sosteniamo a vicenda, non ci giudichiamo, quando ci accettiamo, perdoniamo e ci aiutiamo l'un l'altro a vedere gli errori dei nostri modi, non quando ci annulliamo a vicenda, perché Dio è in tutti noi. Vedo cambiamenti intorno a me: compassione ed empatia. Infine, la gratitudine a due belle persone, troppo umili per essere nominate qui, che mi permettono di vivere una vita migliore di quanto avessi mai sognato. Grazie, guardate cosa abbiamo costruito”, conclude con commozione sincera l’immenso Galliano.