di Eva Desiderio
"Ho un grande senso di gratitudine nei confronti dei 14 soci che per la terza volta a fine aprile mi hanno eletta a presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana, la holding di Pitti Immagine, per la terza volta". Così Antonella Mansi, l’imprenditrice del settore chimico che dal 2018 guida il CFMI con il sorriso e la mano ferma, energia e riflessione. Sono alcune delle caratteristiche del carattere che nel corso della sua carriera di manager l’hanno portata ad approcciare vari mondi e ora da alcuni anni a occuparsi della moda italiana.
Una ’pendolare’ appassionata e instancabile tra Gavorrano dove vive e lavora e il mondo, con Firenze al centro della scena dei suoi interessi negli ultimi anni. Già vicepresidente di Confindustria, Antonella Mansi è azionista e ai vertici del gruppo chimico SolMar. Consigliere di Amministrazione di Nuova Solmine S.p.A, segue i rapporti con i clienti direzionali italiani ed esteri, la logistica e gli acquisti della materia prima. È presidente di Nuova Solmine Iberia e Consigliere Delegato con Rappresentanza di Nuova Solmine France. Insomma un profilo che porta nella Moda autenticità di vedute ed esperienza diffusa.
Presidente Mansi, siamo al Pitti Uomo 106, come ha vissuto questa terza riconferma?
"Niente era scontato ma nei primi due mandati, attraversati anche dal ciclone della pandemia, abbiamo lavorato bene, sempre a testa alta, con passione e impegno. La sfida è stata riuscire ad ottenere una riconferma non solo mia, ma di buona parte del Consiglio di CFMI che è stato rinnovato. E questo è il riconoscimento del buon lavoro fatto in questi anni e della responsabilità e dell’orgoglio di squadra".
Il suo è un mandato pieno?
"Sì, per la terza volta, non scontato perché i soci sono molto particolari, in gran parte pubblici. E alcuni non necessariamente territoriali, come i rappresentanti di Biella, Vicenza, di Sistema Moda Italia che hanno creduto ancora una volta nel rilancio del CFMI".
La moda italiana è in ripresa?
"Sì, ed è stata una ripresa che ci ha tenuto col fiato sospeso dopo il blocco totale dei mercati per il Covid, la chiusura delle fiere fisiche di Pitti Immagine, sono stati tempi estremamente complessi. Poi il salto in avanti c’è stato, i mercati si sono piano piano riaperti e Firenze ha ripreso a marciare con le sue fiere di settore che si stanno rilanciando con sempre nuove idee e proposte".
Qual è l’ambito in cui CFMI è più impegnato?
"Ora quello della formazione, tema che affrontiamo con concretezza. Vogliamo sensibilizzare il settore a questo riguardo, la formazione è il primo anello della filiera, se non formi le persone non hai futuro. Questo è il segreto della manifattura italiana che tutto il mondo ammira e invidia. Per questo è ancora più stretta la nostra partnership con UniCredit per accompagnare Pitti Immagine in una logica di sostegno al sistema produttivo della moda. Sono soddisfatta dell’attenzione che il gruppo bancario riserva a giovani e sostenibilità. Temi che ci vedono impegnati in prima linea".
Negli ultimi anni sono nate nuove fiere a Firenze promosse da Pitti Immagine. Perché?
"Questo impegno verso il nuovo è figlio di una strategia partita a suo tempo con Fragranze, Taste e altre fiere. Il Gruppo guarda non più solo alla moda, ma al lifestyle. E poi diversificando le attività, si diversificano anche i rischi. Gli enti pubblici che sono nostri soci hanno esigenza di valorizzare il territorio e i suoi valori, allungando anche la stagione fieristica di Firenze e del suo interland".
Che sensazioni ha alla vigilia di Pitti 106?
"Molto positiva. Il sistema moda sta vivendo un momento complesso con la crisi degli acquisti. A Pitti Uomo si dilatano gli orizzonti e poi la presenza internazionale crescente di espositori e dei visitatori, con mercati nuovi o che si stanno aprendo, ci rassicura. Pitti Uomo è un’opportunità autorevole di ripresentarsi in pista nel mondo".
Vuol fare un invito alla città in questi giorni di svolta?
"Io dico che se vorrà Firenze dovrà trovare un modo per offrire un contesto più accogliente per chi viene a visitare i saloni di Pitti Immagine. Basta con le tariffe stellari nei giorni delle fiere. Se possiamo essere leva di sviluppo collettivo serve una progettualità intorno alle fiere, e non solo le nostre. Su questo bisogna lavorare".
Come sono i rapporti tra Centro Moda e Firenze Fiera?
"Penso che Centro Moda con Pitti Immagine e Firenze Fiera sono soggetti hanno il dovere e la responsabilità del rafforzamento reciproco e del dialogo. La premessa è aver tutti uno spirito di collaborazione. Noi siamo e saremo sempre disponibili a lavorare insieme su basi sostenibili nel tempo".