Martedì 24 Dicembre 2024
AMELIA ZACCO
Moda

Due finestrelle e numeri illuminati. Ruggenti ’70 e ’80

Un viaggio nel tempo tra gli anni '70 e '80 per scoprire il ritorno dei classici orologi digitali, reinterpretati in chiave contemporanea da Maison prestigiose. Un mix di vintage e design moderno che conquista appassionati di stile e nostalgia.

Un viaggio nel tempo tra gli anni '70 e '80 per scoprire il ritorno dei classici orologi digitali, reinterpretati in chiave contemporanea da Maison prestigiose. Un mix di vintage e design moderno che conquista appassionati di stile e nostalgia.

Un viaggio nel tempo tra gli anni '70 e '80 per scoprire il ritorno dei classici orologi digitali, reinterpretati in chiave contemporanea da Maison prestigiose. Un mix di vintage e design moderno che conquista appassionati di stile e nostalgia.

Un viaggio a ritroso nel tempo, dagli anni 70 per arrivare agli 80, quando gli orologi adottano il display e la lettura dell’ora è digitale in formato numerico. Tutti ricorderanno le due finestrelle, una per le ore e l’altra per i minuti, con i numeri illuminati. È subito un successo, soprattutto tra i giovani che iniziano a preferirli alle tradizionali lancette. Oggi, perfettamente in linea con la passione per il vintage (dall’arredamento all’abbigliamento, all’orologeria), alcune Maison ripropongono in chiave contemporanea dei best seller digitali, in un perfetto esercizio di recupero di stile e design. Modelli identici agli originali, dallo stesso appeal e che strappano sempre un sorriso a chi, soprattutto, nei ruggenti ’70 e ’80 c’era.

Per esempio, è stato prodotto dal 1976 al 1978 il Casquette di Girard-Perregaux, che ne ha realizzati 8.200 esemplari. Ora il Casquette è tornato, in versione 2.0, mantenendo lo stesso concetto estetico, ma con una cassa in ceramica antigraffio e un fondello in titanio Grado 5. Sia il titanio sia la ceramica sono leggeri e ipoallergenici. All’epoca, l’orologio veniva paragonato a una muscle car degli anni 70, con i suoi Led che ricordavano i fanalini posteriori, la sua estetica continua a esercitare un fascino che non accenna a tramontare.

Movimento al quarzo con funzioni di ore, minuti, secondi, giorno, data, mese, anno, cronografo, secondo fuso orario, data segreta. Un ritorno all’essenza del 1976 anche per Amida, che ha presentato due nuove versioni del Digitrend, completando la trilogia vintage più cool. L’orologio rende omaggio al pionieristico display digitale dell’originale, caratterizzato dalla tipica lettura orizzontale, unendo il fascino retrò con l’artigianato contemporaneo. Dopo l’acciaio, è dunque la volta di un look total black o in Pvd oro.

Cinquant’anni dopo, anche Hamilton racconta un nuovo capitolo della sua icona digitale: il nuovo il PSR 74 si ispira al Pulsar Cushion del 1974, portando avanti porta avanti l’eredità del marchio nel voler bilanciare ingegneria tecnica e un design distintivo. La silhouette della cassa a cuscino da 31 mm, tratto distintivo dell’originale, rimane più che mai audace e futuristica; bracciale unico in stile bangle, dalla silhouette affusolata e affilata per un look aerodinamico. I pulsanti su entrambi i lati della cassa (rispetto al pulsante singolo originale) consentono di visualizzare simultaneamente la data e l’ora; i designer hanno scelto di mantenere per i numeri il carattere originale del display. L’orologio è disponibile nei modelli in acciaio e con rivestimento in Pvd oro.

Timex reinterpreta uno dei suoi primi segnatempo, diventato un simbolo della spensierata allegria degli anni 80, il T80, presentando la versione Dream in Color del T80 x Peanuts, che si anima di tonalità vivaci che fanno da cornice a Snoopy. Ha una cassa di forma squadrata, della dimensione unisex di 34 mm in ottone a basso contenuto di piombo, con ai lati quattro pulsanti per attivare e regolare le diverse funzioni: datario, cronometro, sveglia personalizzabile e illuminazione con la tecnica Indiglo. Monta un bracciale d’acciaio che alterna finitura spazzolata e lucida con chiusura déployante.