Firenze, 1 settembre 2020 - “Fin dal primo giorno qui, quando abbiamo deciso di sfilare con l'alta sartoria maschile e l'alta moda femminile, Firenze ci ha fatto sentire a casa!”. Alfonso Dolce, amministratore delegato di Dolce e Gabbana, racconta così le emozioni della vigilia degli eventi che per tre giorni vedono impegnata la maison fondata dal fratello Domenico Dolce con Stefano Gabbana in un progetto che fa della moda un esempio perfetto di cultura, di coraggio, di visione verso il futuro. “Le nostre non saranno solo sfilate”, racconta il Ceo nella conferenza stampa di presentazione del progetto 'Il Rinascimento e la Rinascita', promosso da Pitti Immagine e dal Comune di Firenze, con eventi attesissimi dalla comunità del fashion internazionale perchè sono i primi al mondo che riportano le sfilate reali, con oltre 100 modelle, e le vere passerelle alla ribalta anche mondana. Perché domani sera a Palazzo Vecchio madrina dell'alta sartoria maschile nel Salone dei Cinquecento ci sarà Monica Bellucci reduce dal successo in teatro a Spoleto con 'Callas' e riceverà le Chiavi della Città di Firenze dalle mani del Sindaco Dario Nardella. E poi tante le invitati e gli invitati, tutti garantiti da un'organanizzazione attentissima alla sicurezza per via del Covid19, che arriveranno in Piazza della Signoria indossando ognuna una cappa di broccato luccicante, come per un corteo storico rinascimentale.
“Vogliamo tutti lasciare alle spalle il peggio - continua Alfonso Dolce che cura il brand oltre che col fratello Domenico anche con la sorella Dora, la maggiore dei figli di papà Dolce sarto a Polizzi Generosa - daremo visibilità a Firenze e alla Toscana, alle loro bellezze, al territorio carico di storia e di talenti artigiani. Per questo Domenico ha incontrato più volte i 38 artigiani/artisti che hanno prodotto i loro capolavori per noi e per i nostri eventi, a testimonianza di quanto teniamo alla manualità italiana e al fatto in Italia che il mondo ci invidia”.
Eredi di generazioni abituate a maestria e genialità gli artigiani fiorentini e anche toscani, come quelli riuniti nel consorzio Cuoio di Toscana presieduto da Antonio Quirici che realizzeranno tre pezzi per la passerella maschile di stasera e hanno fatto la copertina del libro curato da Giuliana Parabiago con impresso il Giglio d'oro di Manetti Battiloro, un capitale umano unico al mondo (e lo sanno bene i giganti del lusso che lavorano nell'hinterland fiorentino, ndr) e che “va portato alla luce” come dice Alfonso Dolce “perchè ha un valore reale e non solo commerciale”.
Arte e Cultura unite alla Storia, questo il senso più alto delle giornate fiorentine dell'alta moda di Dolce e Gabbana che guardano con fiducia al futuro, auspicano che sempre più giovani si appassionino al lavoro negli atelier di moda, di pelletteria, di gioielleria. “Dal 2012 abbiamo delle scuole di mestieri interne sulle quale investiamo molto, una di sartoria a Milano, una di pelletteria ad Incisa Valdarno e una di gioielleria - continua Alfonso Dolce - e sono la testimonianza che molti giovani vogliono imparare un mestiere, anche già laureati. L'artigianato oggi è una ricchezza, fare questo lavoro non è una vergogna, anzi. Questo è il nostro punto di ripartenza per il futuro del nostro Bel Paese. E questo ci riempie di orgoglio”.