Nella stagione autunnale Londra sfodera, probabilmente, il proprio lato migliore. Una ragione in più per visitarla è la ricca offerta espositiva che la City dedica al mondo della moda. Al Victoria and Albert Museum è di scena, per esempio, la prima mostra nel Regno Unito dedicata alla “donna della moda” Gabrielle “Coco” Chanel, che sta già registrando il tutto esaurito. Al Design Museum, invece, una mostra racconta 30 anni di moda londinese, mentre alla Somerset House una mostra dedicata alle "storie non raccontate della moda britannica nera". Sceglierne soltanto una sarà arduo.
La leggenda di Coco protagonista della City
La nuova mostra del Victoria and Albert Museum dal titolo “Gabrielle Chanel: Fashion Manifesto” è la prima nel Regno Unito dedicata alla stilista francese Gabrielle “Coco” Chanel e sta facendo il tutto esaurito. Aperta fino al 25 febbraio, ripercorre la storia della Maison Chanel, dall'apertura del primo negozio di modisteria di Coco, a Parigi nel 1910, alla sua ultima collezione nel 1971, fino all'eredità che la stilista ha lasciato al mondo contemporaneo, soprattutto per le tematiche legate all'emancipazione femminile. L'esposizione, che racconta l'evoluzione dello stile iconico di “Coco” e la sua capacità di reinventarsi continuamente, raccoglie quasi duecento abiti straordinari, tra cui un capo del 1916 e abiti disegnati per Lauren Bacall e Marlene Dietrich, oltre ad accessori, gioielli e profumi. Insomma, un viaggio nel mondo e nel lavoro della donna che ha rivoluzionato la moda.
Trent'anni di moda londinese al Design Museum
“REBEL: 30 Years of London Fashion” è il titolo dell'esposizione ospitata al Design Museum fino all'11 febbraio 2024, frutto della collaborazione con il British Fashion Council (BFC) e che celebra il 30° anniversario del programma NEWGEN del BFC, un’iniziativa che supporta i migliori talenti emergenti del design della moda. Questa mostra storica è una delle indagini più ampie sulla cultura della moda contemporanea mai allestite nel Regno Unito, offrendo uno sguardo senza precedenti su come vengono forgiate le carriere nella moda e sulla moltitudine di opportunità che la scena fashion londinese offre ai giovani creativi. L'esposizione presenta quasi cento capi di moda rivoluzionari, molti dei quali sono entrati nella storia della cultura pop e hanno lanciato carriere di design celebrati. Tra i pezzi “forti” della mostra dedicata ai capi più "esuberanti, ribelli e radicali", c'è l'abito a cigno indossato da Björk agli Oscar del 2001 e quello creato da Steven Stokey Daley per Harry Styles, noto come il “principe del pop”, per il video musicale di Golden. In mostra anche il vestito gonfiabile in lattice di Sam Smith sul red carpet dei Brit Awards di quest’anno disegnato dall'etichetta Harru, marchio di abbigliamento maschile fondato proprio a Londra nel 2021.
“The Missing”: il filo mancante nella narrazione della moda britannica
Questo autunno, la Somerset House esplora le storie della moda nera britannica attraverso una nuova importante mostra dal titolo “The Missing Thread”, aperta fino al 7 gennaio 2024. Curata dalla Black Orientated Legacy Development Agency (BOLD), spazia dagli anni '70 ai giorni nostri e traccia il mutevole panorama della cultura nera in Inghilterra e il contributo unico che ha saputo dare alla variegata e ricca storia del design britannico. Raccontando "storie non raccontate della moda britannica nera", questa mostra celebra i creativi neri pionieristici a cui è stato negato l'accesso all'industria della moda o i cui contributi sono stati travisati o esclusi dalla storia della moda britannica. Tra questi c’è il defunto Joe Casely-Hayford, uno dei designer neri più influenti della Gran Bretagna, il cui archivio sarà esposto per la prima volta nel Regno Unito.
Una visione originale su un futuro più equo e sostenibile al London College of Fashion, UAL
In occasione dell'apertura del nuovo campus della LCF East Bank nel Parco Olimpico di Stratford, una mostra gratuita, aperta fino al 19 gennaio, celebra l'impegno del London College of Fashion di utilizzare la moda, il design e la pratica creativa come forza per un cambiamento sociale positivo. Attraverso cinque aree immersive nel nuovo edificio universitario, vengono presentati tessuti, design, film, fotografie, manufatti, testimonianze personali e opere di gruppo attraverso cui viene illustrato il potere di trasformazione dell’azione creativa, la sua capacità di plasmare il nostro mondo, sottolineando come la coesione della comunità possa produrre risultati artistici di alta qualità. Fra i temi chiave attorno cui si raccolgono le opere in esposizione ci sono: “Londra come casa”, “L'apprendimento reciproco come costruzione di comunità”, “L'empowerment attraverso il fare” e “Il rapporto tra emergenza globale ed espressione creativa”, per una visione originale su un futuro più sostenibile ed equo.
“Fashion City”: il contributo dei designer ebrei nella moda
Al Museum of London Docklands, fino al 14 aprile 2024, è di scena la mostra dal titolo “Fashion City” che mira a raccontare i modi in cui i designer ebrei hanno contribuito a rendere Londra una città della moda di livello mondiale. I visitatori potranno entrare nella ricostruzione di un tradizionale laboratorio di sartoria nell'East End o di una boutique di Carnaby Street negli anni '60, ascoltare storie di personaggi come Nettie Spiegel, rinomata stilista di abiti da sposa, o di Otto Lucas, maestro modista, o, ancora, di David Sassoon, che ha disegnato abiti per la principessa Diana. In esposizione anche capi e tessuti, oggetti e fotografie di alcune star vestite da designer ebrei, tra i quali David Bowie, Jimi Hendrix e Mick Jagger.