Martedì 4 Marzo 2025
JESSICA MULLER CASTAGLIUOLO
Moda

Avanzare con realismo. I dialoghi con l’arte e la ricerca interiore per trovare nuove strade

La settimana milanese: show e sfilate in una fase delicata del comparto. Il bilancio finale: 113mila visitatori, stimati 185 milioni di indotto (+ 2,3%). .

La settimana milanese: show e sfilate in una fase delicata del comparto. Il bilancio finale: 113mila visitatori, stimati 185 milioni di indotto (+ 2,3%). .

La settimana milanese: show e sfilate in una fase delicata del comparto. Il bilancio finale: 113mila visitatori, stimati 185 milioni di indotto (+ 2,3%). .

Cala il sipario sulla settimana della moda milanese. Si applaude, ma con meno leggerezza, e con qualche tocco di realismo in più. Le maison hanno presentato le nuove collezioni donna autunno inverno 2025 in un momento nel quale il settore è alla ricerca di quella nuova "armonia, della quale abbiamo tutti bisogno", di cui ha parlato bene Giorgio Armani. Uno scavo che si vede. C’è poco spazio per l’esteriorità, ma ce n’è tanto per la ricerca di significati e codici estetici costitutivi. Tutto è messaggio, come esplicita senza troppi indugi Moschino, che chiude il defilé con abiti realizzati in carta e sacchi neri della spazzatura e con la maglietta dove si legge la stampa: "Sos-Save our sphere".

Ci lasciamo così alle spalle 153 appuntamenti, tra sfilate fisiche e digitali, presentazioni e incontri. A dare il via alle danze ci ha pensato Gucci, con la collezione firmata dell’ormai ex direttore creativo Sabato De Sarno, per finire con le "Radici" di Giorgio Armani. E lasciamo indietro anche show e collezioni che hanno voluto meravigliare, ora in dialogo con l’arte – come fa Tod’s che prende in prestito motivi da pittori come Lucio Fontana e Alberto Burri – ora con il teatro, come fa Ferragamo, che fa rivivere l’espressionismo tedesco su un tappeto di rose rosse. Defilé sofisticati come quello di Antonio Marras, che mette in scena un melodramma ritrovato, fino a quelli che vogliono rompere gli schemi, come fa Dolce e Gabbana con il dj set di Victoria De Angelis che porta le “cool girls“ a sfilare in strada, in viale Piave.

Sono molte le maison che hanno voluto poi riflettere su cosa sia oggi la femminilità. Tra le diverse interpretazioni, quella di Miuccia Prada e Raf Simons che presentano una collezione che è inno alla diversità, all’andare oltre agli stereotipi, alla bellezza come mutamento. Le parole chiave sono ricontestualizzazione e decontestualizzazione.

È tutto un gioco di felici contrasti. A partire dalla location scelta per lo show: il Deposito della Fondazione del marchio che tiene insieme struttura e decorazione, grezzo e raffinato. I capi cercano una libertà tutta loro e un nuovo linguaggio, emancipandosi dalla loro funzione abituale.

Anche le proporzioni vengono alterate, modificando il comportamento degli abiti e il loro rapporto con il corpo. Materiali atipici e cuciture grezze lasciate volutamente a vista. Poi c’è l’azzurro definito di Fiorucci a portare il mare a Milano. Quasi una provocazione, per la collezione autunno inverno. Ma Francesca Murri con la sua "Beatituto" non teme di imprimere un tocco di irrealtà e surrealismo. Stampe hawaiane con spiagge assolate. La lana gessata e il crêpe de Chine in delicate tinte pastello si fondono con superfici lucide e iperrealistiche. Poi il lattice naturale, il PVC riciclato, la carta trattata come tessuto. Una collezione nella quale i confini tra lusso e sperimentazione si dissolvono. È un felice planare dall’alto, perché questa leggerezza non vuole mai essere superficiale. Partecipano infatti allo show anche 400 studenti, un messaggio per rendere la moda ancora una volta linguaggio universale, più accessibile e democratica.

Un’esigenza sulla quale riflette anche Francesca Liberatore, che la moda sui banchi di scuola la porta nel vero senso della parola. La designer sceglie come cornice per il suo defilé una scuola primaria, l’Istituto Spiga in Bastioni di Porta Nuova. "Ho sentito la necessità di reinserire valori di una realtà incontaminata. Il desiderio dell’impossibile degli occhi del bambino, la spontanea ricerca del bello, l’apertura curiosa", ha detto la designer.

Saranno forse questi gli ingredienti per ritrovare quell’armonia di cui parlava Armani?

Intanto, una cosa alla fine di questa settimana continua ad essere certa: con un indotto stimato intorno ai 185 milioni di euro, in crescita del 2,3% rispetto all’anno precedente, e l’afflusso di circa 113.000 visitatori, tra buyer, giornalisti e appassionati, Milano resta alla moda e la moda resta a Milano.