Mansi *
Il 107° Pitti Uomo parte da uno dei luoghi-simbolo del nostro lavoro: ieri sera abbiamo voluto accogliere i nostri ospiti – dare il via al nostro celebre salone dedicato alla moda maschile – nella Stazione Leopolda; l’abbiamo fatto non per comodità, né per efficienza, ma con l’intenzione esplicita di portare l’attenzione sul ’saper fare’, patrimonio identitario di questo settore e di questo territorio, oltre che nostra primaria fonte di ispirazione quotidiana. Per una volta, quindi, lo straordinario patrimonio di architettura ed arte, che Firenze ci concede in immeritata eredità, lascia il passo alla bellezza del nostro impegno, al privilegio di riunire la fabbrica eccellente della moda italiana nel solido abbraccio della Fortezza da Basso.
E abbiamo accolto i nostri ospiti con un’immagine che lasci loro un messaggio preciso: due mani, in bianco e nero. Uno scatto che porta con sé un inevitabile senso di passato, ma che, proprio per questo, abbiamo scelto per rappresentare un nostro convincimento: le mani sono il simbolo più potente della creazione, lo strumento più efficace per trasformare la materia in unicità ed eccellenza, per continuare a fare "all’ombra dei nostri campanili, cose belle che piacciono al mondo".
Nell’era dell’AI le mani sono il presente e il futuro. È ai nostri artigiani e a tutti i nostri manifatturieri che dedichiamo gli sforzi per spalancare le porte di un mondo che è cambiato e continua a cambiare, con l’obiettivo di tenere agganciato un mercato sempre più complesso, di contribuire a fronteggiare il momento e di costruire traiettorie che sappiano coniugare, con intelligenza ed equilibrio, umanità ed innovazione tecnologica.
Sono molte le sfide che le nostre filiere, nel loro intreccio fortunato quanto irripetibile, si trovano davanti. Sono sfide che portano con sé componenti cicliche ma anche significativi fattori strutturali, dinamiche di forte discontinuità che premono sulle aziende e suggeriscono altrettanto forti cambiamenti di strategia: dalla dimensione geopolitica, oggi tanto rilevante da stravolgere le rotte della geografia economica; passando per la crisi del modello distributivo, con - in parallelo - l’evoluzione del modello di consumo; per finire con il Green Deal e i relativi impatti, sia economici che sociali. Cambiamenti di questa portata sono il terreno elettivo delle politiche industriali, di cui questo settore ha fame più di altri.
È un allarme, ma anche un programma di lavoro: non possiamo permetterci di perdere alcun tassello della nostra ampia e articolata filiera, talenti e competenze straordinari che non sarebbe possibile recuperare altrove. Anche per questo, investire sulle persone e sulla loro formazione rappresenta l’unica risposta efficace nel tempo per sostenere le aziende, la loro permanenza sul territorio, le prospettive dei nostri giovani.
Questo Pitti Uomo è dedicato alla forza generativa del fuoco. Ebbene: il fuoco più potente dobbiamo sentirlo dentro, perché – prendo a prestito le parole del Presidente Mattarella – "la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte". Come a dire: il futuro è nelle nostre mani!
*Presidente
del Centro di Firenze della Moda Italiana