Milano, 23 novembre 2022 - Il Gruppo Kering ha confermato in serata, dopo che i primi dubbi erano uscirti in giornata: Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, si è dimesso.
Già da alcuni mesi giravano voci, neanche poco insistenti, su una probabile fine del rapporto finora idilliaco e fortunatissimo tra il geniale stilista Michele - che ha debuttato con l'uomo di Gucci nel gennaio 2015 - e la maison di proprietà di François-Henri Pinault. Alessandro Michele era succeduto a Frida Giannini. Prima per moltissimi anni era stato una delle colonne dello studio stilistico di Gucci (anche ai tempi di Tom Ford), specie per gli accessori.
A chiamarlo alla guida di tutto il brand è stato il presidente e amministratore delegato Marco Bizzarri, arrivato anche lui in Gucci nel gennaio 2015. Insieme allo stilista, Bizzarri è stato a capo di una rivoluzione estetica formidabile, che ha portato a volare i fatturati di Gucci nel mondo, fino a sfiorare i 10 miliardi, riassestando il brand come un colosso del lusso, per l'abbigliamento, gli accessori, i profumi, e tutto quanto fa fashion.
Le voci sull'addio di Michele
Stamani il WWD, il quotidiano online della moda americana, con la firma di Luisa Zargani, dà l'annuncio della probabile fine della storia professionale tra Michele e il marchio delle 2 G, fondato a Firenze da Guccio Gucci nel 1921. Il magazine parla di probabili disaccordi con gli azionisti sull'estetica stessa del brand che Alessandro Michele ha spinto in fantasia e gender fluid come nessun altro. L'ultima collezione presentata a Milano lo scorso settembre è stata un trionfo: in passerella 68 coppie di gemelli, maschi e femmine che Michele ha trovato in tutto il mondo, con un messaggio netto ai fan di Gucci di cercare anche con la moda il gemello che ognuno di noi porta dentro di sé.
Dal Gruppo Kering per ora nessuna conferma - forse un comunicato arriverà nel pomeriggio - ma il mondo della moda è già in fibrillazione per sapere se la notizia dell'uscita di Alessandro Michele sia vera e se Gucci stia già cercando un successore. Una ricerca certo non facile, quasi impossibile, per un creativo unico, pieno di idee e di valori inclusivi.