Roma, 18 giugno 2024 – Sabbia del Sahara in arrivo in Italia, “il picco –anticipa Edoardo Ferrara di 3BMeteo – si verificherà tra mercoledì e giovedì su gran parte del paese”.
Aspettiamoci dunque cieli giallognoli ma non solo. La nuova ondata di polvere del Sahara "rischia di avere effetti negativi sulla qualità dell’aria e
sulla salute di milioni di cittadini ”, è l’allarme lanciato dalla Sima, la Società italiana di medicina ambientale.Ma andiamo con ordine.
Sabbia del Sahara, perché è più frequente
Ferrara osserva: “Ultimamente la frequenza di questo fenomeno sta aumentando”, legato all’anticiclone africano che ha ‘usurpato’ quello delle Azzorre, che garantiva le estati tiepide e non roventi.
Sabbia del Sahara, quando arriva in Italia e dove
"Il pulviscolo sahariano – spiega Ferrara al telefono nel primo pomeriggio del 18 giugno – arriverà nelle prossime ore in Sardegna. Il picco, soprattutto nel Centro-Nord, si registrerà da domani fino a venerdì. Invece nel fine settimana il fenomeno riguarderà soprattutto il Sud, mentre al Nord sono previsti temporali”.
Da cosa dipende la traiettoria
Ma da che cosa dipende la ‘traiettoria’ del pulviscolo in arrivo dal deserto? Nella spiegazione di Ferrara conta soprattutto il combinato disposto di due fattori, l’asse inclinato dell’anticiclone africano e i venti forti che soffiano da sud.
Ma ci sono rischi per la salute?
Naturalmente un meteorologo non può addentrarsi su eventuali rischi per la salute, “l’unica osservazione possibile – sottolinea Ferrara – è che il pulviscolo del deserto aumenta la concentrazione di polveri sottili e quindi può provocare un’ulteriore irritazione delle vie respiratorie nei soggetti più sensibili”. Chi si addentra ‘per mestiere’ nei rischi è invece la Sima. Chiarisce il presidente Alessandro Miani: “Ciò che arriva dal Sahara non è la sabbia, poiché i granelli per dimensione e peso non possono essere trasportati per lunghe distanze, bensì le polveri più sottili con un diametro medio di 20 micron che ricoprono il deserto nordafricano. Polveri che possono elevarsi fino a 10mila metri di altitudine ed essere trasportate per migliaia di chilometri, arrivando in Italia. Si stima che dal Sahara si sollevino ogni anno circa 180 milioni di tonnellate di polveri che vanno ad aggiungersi alle Pm2.5 e Pm10 già presenti in atmosfera, con ripercussioni sul fronte della salute pubblica”.
“I soggetti più a rischio – prosegue il presidente della Sima – sono bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall’asma. Le polveri infatti possono avere anche metalli pesanti al loro interno e unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell’aria, e finiscono per essere inalate dall’uomo. Come Sima il consiglio è quindi quello di evitare il più possibile l’esposizione alle polveri desertiche, specie per i soggetti che già soffrono di malattie o disturbi respiratori”.