Roma, 25 luglio 2023 – Professore, l’Italia è spezzata in due dal punto di vista me teorologico.
"Non proprio – risponde Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico senza peli sulla lingua –. Il caldo è generalizzato ovunque, un po’ meno al Nord un po’ di più al Sud, ma questo è normale: 46 gradi in Sicilia e Sardegna contro i 38 al Settentrione. Fa caldo, insomma".
E allora ci spiega quello che sta succedendo in alcune regioni del Nord con tornadi, temporali e vento fortissimo?
"Si tratta di fenomeni temporaleschi molto intensi ma anche molto localizzati. Certo a volte estremi, ma con il caldo che fa ognuno di questi fenomeni viene amplificato".
Come mai?
"Esiste più energia nell’atmosfera da dissipare e le conseguenze si vedono appunto in questi momenti. Aumentano i danni e i tetti vengono scoperchiati. Purtroppo dobbiamo renderci conto che questa dell’alternanza dei fenomeni è una situazione dalla quale difficilmente torneremo indietro".
In questa situazione si accentuano gli eventi di downburst, come abbiamo conosciuto il 28 maggio sul Lago Maggiore con la tragedia dell’imbarcazione rovesciata: a che cosa sono dovuti?
"Intanto abbiamo una lingua talmente bella che io userei il termine italiano: raffiche discendenti. Sono appunto raffiche di vento più freddo dell’aria circostante che provengono dalla nube temporalesca. E sono molto forti e veloci e possono causare danni assai gravi, sia alla natura, sia a mezzi trasporto".
In che senso?
"Possono essere causa, ad esempio, di gravi incidenti aerei e infatti nel corso di queste raffiche e durante temporali che possono produrle si tende a non fare decollare o atterrare velivoli perché possono essere travolti".
La domanda è sempre la solita ma merita ripeterla: non possiamo porre rimedio a queste tragedie meteorologiche?
"La convenzione sul clima dell’Onu è datata 1992: sono più di trent’anni che ripetiamo ogni volta che accade qualcosa il percorso cognitivo su caldo, siccità e drammi vari senza renderci conto che non esiste la coscienza collettiva che i cambiamenti climatici vanno avanti con maggiore intensità e frequenza".
Come possiamo fermare il trend?
"Rendendoci conto che finita un’emergenza non è più tutto come prima e non servono commissari. Se non ridurremo, come avremmo dovuto fare da tempo, le emissioni di CO2 minacceremo il benessere dell’intera umanità".
Di chi è la colpa?
"Dell’inerzia della politica e del negazionismo. La dieta è già stata scritta trentuno anni fa, come detto; chi porta avanti tesi diverse non ha alcun fondamento scientifico, sono solo sciocchezze dette da uomo della strada, da chi non ha mai pubblicato un articolo su ‘Nature’ o ‘Science’. Sono solo menzogne dette in un minuto, storielle senza basi, ma bisogna fare lunghi ragionamenti per confutarle e non sempre vengono ascoltati".
E quindi come se ne esce?
"Dando retta a vere autorità in materia e in Italia ne abbiamo molte, dal Cnr a vari istituti universitari pieni di scienziati autorevoli come Carlo Buontempo, aquilano, che è a capo di uno dei settori strategici dell’Agenzia spaziale europea, quello del monitoraggio climatico. E non dare retta a chi assolve l’energia fossile che libera nell’aria tonnellate di veleno. A lei dobbiamo quella che lei chiama l’Italia spezzata in due".