Sabato 17 Agosto 2024
ALESSANDRO D’AMATO
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Il biologo marino: "Flora e fauna ittica sono stravolte dalle alte temperature"

Roberto Danovaro insegna all’Università politecnica delle Marche: "Mucillagini anomale per la stagione. Le meduse? Sono un fenomeno naturale"

Roma, 16 agosto 2024 – “I nostri mari hanno problemi diversi in base alle aree geografiche. Molto dipende da cosa si prende come indicazione di inquinamento e distinguerlo dal concetto di balneabilità". Il professor Roberto Danovaro, biologo marino che è stato per 10 anni fino al 2022 presidente della Stazione zoologica Anton Dohrn a Napoli e insegna all’università Politecnica delle Marche, spiega che per giudicare la salute dei mari bisogna prima fare chiarezza su quali problematiche inquadrare.

Professore di cosa parliamo quando citiamo maladepurazione e scarichi abusivi e di mare sporco?

"Di solito facciamo riferimento alla balneabilità, e quindi alla presenza di coliformi, steptococchi, reflui di acque fognarie. Abbiamo depuratori che non funzionano e un sistema tarato sulla popolazione residente. Quando arriva l’estate non può funzionare se non potenziato. È un problema di infrastrutture, che si può risolvere con la buona amministrazione".

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E l’inquinamento?

"Rispetto agli anni Ottanta è molto migliorato. La quantità di idrocarburi, metalli pesanti e altri inquinanti è molto più regolamentata. I nostri mari sono ipersfruttati, non solo per la pesca ma per il tipo di pesca: quella a strascico ha trasformato boschi in prati, arando i mari e distruggendo molti habitat. Poi i cambiamenti climatici, che ci sono, ma soprattutto le ondate di calore, molto più pericolose visto che sono l’effetto acuto dello stesso problema, e possono portare il paziente alla morte".

Proviamo a fare un’analisi per ogni mare. L’Adriatico?

"Forse è quello con più problemi per i cambiamenti climatici, oltre che per le attività di pesca delle turbosoffianti e per quella a strascico. È un mare a rischio perché storicamente forniva il 50% del pescato nazionale e adesso è fortemente in crisi. Al sud però è uno dei mari più belli e diversificati che abbiamo e costituisce ancora una risorsa di biodiversità e bellezza".

La mucillagine come si inserisce in tutto ciò?

"Le mucillagini di quest’anno sono sicuramente anomale perché normalmente in questa stagione dovrebbero essere già scemate. Tuttavia continuano per una combinazione di ondate di calore e di fioritura del fitoplancton".

Lo Ionio come sta?

"Direi che lungo tutte le coste calabresi abbiamo il punto caldo della biodiversità del Mediterraneo, che rende la regione il sito meno conosciuto ma più bello dal punto di vista dei paesaggi sottomarini. Dentro i porti si trovano foreste di gorgonie che fanno impallidire quelle di Portofino. In più i governi locali cominciano a proteggerlo. Il Mar di Sicilia invece ha il problema della pesca. Rimane però straordinario il quadro delle isole, che rendono i mari della Trinacria quelli che sono stati gestiti meglio".

Il mar Tirreno non soffre il riscaldamento globale?

"Certamente. Quest’anno ha avuto una temperatura di tre gradi superiore alla media. Però è anche un mare che ha delle risorse straordinarie. Il Basso Tirreno ha la resilienza dei campani: nonostante tutto ci sono gorgonie e stelle, dentro i canyon sottomarini davanti a Napoli c’è una ricchezza straordinaria, quello di Cuma nelle acque dell’area marina protetta tra Ischia e Ventotene è ricco di cetacei".

E a nord?

"Quello ligure è diventato l’ultima frontiera del rifugio climatico, dove le specie sottomarine che soffrono il caldo vanno a rintanarsi. E non dimentichiamo il Mare della Sardegna, con la sua costellazione di aree protette come Tavolara o La Maddalena. La Sardegna, che conosciamo per le spiagge, in realtà ha anche del fantastici paesaggi sottomarini, in larga parte ancora sconosciuti. Anche questa diventerà un’area rifugio dalla febbre del Mediterraneo".

Certo tutto il Tirreno quest’anno è invaso dalle meduse.

"Un fattore assolutamente normale specialmente in questa stagione la loro presenza in prossimità della costa come per le mucillagini è legata soprattutto a un sistema di circolazione di eventi che spingono questi organismi del plancton verso riva. La maggior parte delle meduse tuttavia non ha effetti urticanti bisogna stare attenti solo alla vespa di mare mentre le grosse meduse come il polmone di mare o la medusa quadrifoglio o la cassiopea sono assolutamente innocue. In ogni caso non sono indice di inquinamento. Anzi. Sono un fenomeno naturale".